Una segnalazione di assenza di linea internet nella scuola di Grisì, frazione di Monreale, fa nascere una polemica tra il consigliere comunale Rossella Pica e l’assessore comunale all’istruzione Nadia Granà.
“L’Istituto comprensivo Leonardo Sciascia è senza linea Internet dall’inizio dell’anno scolastico: non si è riusciti a trovare la somma di 25 euro al mese per pagare la bolletta. Più volte ho sollecitato l’attivazione della linea: evidentemente Grisì, la qualità dell’insegnamento e le condizioni di lavoro, per alcuni, non sono una priorità politica e amministrativa. Chiederemo all’amministrazione, pertanto, con l’ordine del giorno presentato, di attivarsi per garantire almeno 25 euro al mese per la linea Internet, per il cambio di logica”.
“Probabilmente – dice l’assessore – il consigliere non è bene informato. Dal 2005 il Ministero ha sollevato dall’incarico i comuni di provvedere alla fornitura di internet nelle scuole che è totalmente a carico del Miur. Quindi i comuni non possono intervenire in nessuna maniera. Sia i nostri Istituti comprensivi che la direzione didattica Novelli, che l’istituto comprensivo di Camporeale, in cui ricadono i plessi di Grisì, sono stati ammessi al finanziamento dei Pon proprio per i passaggi richiesti dalla Pica. Intanto il comune ha già cambiato operatore telefonico e verranno realizzate, secondo accordo con il ministero, tutte le reti wi fi nelle scuole”.
Ripercorriamo la storia. Erano state numerose le segnalazioni che erano arrivate all’Anci nazionale e alle sedi regionali, da parte dei comuni che sempre più spesso ricevevano, dalle scuole, richieste di attivazione di linee Adsl e di fornitura di computer. Le richieste sono arrivate in seguito alla comunicazione ricevuta dal Miur che informava gli istituti della disattivazione delle linee internet Adsl e satellitari e della cessazione dei relativi servizi di connessione. Le scuole si sono quindi mosse per chiedere ai Comuni di sopperire a questa carenza, chiedendo anche l’adeguata fornitura di computer per poter dare seguito al Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative ed in particolare per i registri on-line, introdotti dalla Spending review.
Questo nonostante in una nota del 2005 i Ministeri dell’Istruzione e dell’Interno avessero chiaramente sollevato i comuni da questi compiti. Ai Comuni, infatti, non spetta né la fornitura della strumentazione informatica né la copertura dei costi per garantire la navigazione in internet che essendo, anzi, oggetto di iniziative complementari ed integrative da parte delle scuole, sono a carico del Ministero. A partire dal 20 settembre 2012 tutte le 3.800 linee internet del progetto Spc scuole, che consentono la connessione di altrettanti istituti scolastici di tutta Italia a completo carico del Ministero e tutti i servizi (tecnici e di sicurezza) ad esse connessi, sono stati dismessi.
Si trattava di circa la metà del totale delle scuole italiane. Le altre che, per volontà o necessità, avevano invece stipulato un proprio contratto di connettività con un operatore di mercato, restarono fuori dall’accordo e continuarono a pagarsi la banda con i fondi ordinari di funzionamento (trasferimenti dal Miur) o con fondi propri (non sono rari i casi in cui sono stati chiesti contributi alle famiglie per progetti speciali).
La risposta del Miur non si è fatta attendere: ” Abbiamo raddoppiato il fondo di funzionamento, quello che il ministero passa alle scuole per la gestione ordinaria, ed è aumentato di 40 milioni di euro”. Con questi soldi aggiuntivi ogni istituto potrà ripristinare il collegamento alla rete siglando un contratto con un operatore di mercato ed ha aggiunto che, per evitare situazioni di digital divide geografico, “Le scuole che avranno bisogno della tecnologia satellitare per connettersi in rete (notoriamente più costosa, ndr) avranno il sostegno del Miur che spenderà 300 euro al mese per sovvenzionarle”.