È proprio il caso di dire che stavolta i ladri sono fuggiti “a gambe levate”, costretti ad abbandonare gli attrezzi ed i loro mezzi sul luogo del furto. È avvenuto ieri mattina a Villagrazia di Carini. Una banda di cinque persone, tra cui un minore ed un cittadino straniero, si è introdotta nell’azienda tessile Gulì, ormai dismessa dopo il fallimento ed in totale stato di abbandono, rompendo la catena che chiudeva il cancello scorrevole d’ingresso. Sono entrati nel piazzale dell’azienda con un autocarro e con una moto ape ed hanno richiuso il cancello bloccandolo dall’interno, per non attirare l’attenzione dei passanti. Una volta all’interno la banda ha approntato una vera e propria officina, con tanto di gruppo elettrogeno, flessori, trapani, smerigliatrici ed i malviventi hanno iniziato a smontare e segare gli infissi ed i telai, in alluminio e in ferro, delle porte e dei cancelli presenti all’interno del vastissimo capannone industriale. Sembrava che tutto procedesse secondo i piani, quando all’improvviso sono giunti sul posto i Carabinieri della Compagnia di Carini. Sicuramente uno dei malviventi, il cosiddetto “palo”, ha dato l’allarme ai suoi complici e, non avendo altra scelta, la banda ha dovuto mollare tutto sul posto e fuggire a piedi tra i numerosi capannoni industriali presenti nell’area circostante. I militari dell’Arma, una volta all’interno dell’azienda, hanno rinvenuto un furgone, con il cassone già carico del materiale ferroso, una moto-ape, un gruppo elettrogeno ancora acceso a cui erano collegati gli attrezzi da lavoro dei malviventi. Nell’aria ancora l’odore di ferro bruciato. Perlustrando l’area, è stato ritrovato anche un telefono cellulare ancora acceso, probabilmente caduto accidentalmente dalle tasche di uno dei ladri. Da qui, sono iniziati gli accertamenti per addivenire agli autori del fatto. I militari ne individuano uno, che ammette il fatto e da li l’identificazione del resto della banda: G.P., pregiudicato di Carini classe 1979, ed il fratello minorenne, anch’egli di Carini e pregiudicato; i fratelli G.C. e S.C., entrambi pregiudicati originari di Carini classe 1974 e 1971; ed uno straniero I. I., classe 1981, incensurato nato in Giordania. Tutti i componenti della banda sono stati deferiti in stato di libertà e dovranno rispondere di tentato furto aggravato in concorso.