Riceviamo e pubblichiamo la replica del consigliere del Pd Massimiliano Lo Biondo alle parole del commissario liquidatore dell'Ato Roberto Terzo. (Leggi l'articolo in questa pagina) "Apprendo che è intenzione dell’Ato, nelle sedi da loro ritenute opportune, tutelare l’immagine della società a posteriori delle mie dichiarazioni sulla inopportunità di incontrarsi, alcuni vertici dirigenti, con chi con la stessa intrattiene rapporti esterni di lavoro. Come ad esempio i pranzi o gli incontri al bar con chi si occupa di noli per importi di migliaia e centinaia di euro. Ribadisco che parlare al ristorante o al bar di lavoro esterno, quando i soldi sono quelli dei cittadini, è un fatto eticamente e moralmente per l’immagine e la trasparenza dei ruoli singoli e indirettamente collettive e istituzionali scorretto. Se l’intento, come dichiarato dal commissario liquidatore dell’Ato, è quello di “convincere i noleggiatori a dare di nuovo i mezzi per il ritiro dei rifiuti”, di certo, non è pensabile che un ristorante o un bar siano i luoghi opportuni e sicuramente preposti per parlare di lavoro: esiste una sede fisica e giuridica della società, ed è quello il luogo naturalmente preposto per parlare di lavoro. Pertanto auspico davvero che quello del commissario liquidatore non sia un annuncio e che davvero vi abbia un seguito. Intanto rimane il fatto che presto saranno alcuni vertici dell’Ato a dovere rispondere di fatti concernenti la non gestione del costo del servizio. Ovviamente con tanto di documenti resi agli organi preposti. Invito i vertici a intrattenere i rapporti di lavoro nelle sedi di lavoro appropriate, e non in un bar o un ristorante. Perché se per taluni può essere un fatto normale, quello di parlare al ristorante di noli o aspetti similari, di certo può essere forse più normale, per altri, pensare che questo modo di operare non sia per niente appropriato".
Palermo
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