Dai lavori socialmente utili, come PIP, a titolare di una gioielleria, il passo non è certo facile. Uno di quei salti di qualità che destano sospetti. Matteo Scrima, 53 enne palermitano, lo ha potuto fare per un'unica ragione: era organico alla famiglia mafiosa di Brancaccio. Ma la sua fortuna è durata poco. Il provvedimento di sequestro, emesso su proposta del Questore di Palermo a seguito di indagini condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo, colpisce gran parte dei suoi beni, fra cui una gioielleria riconducibile alla gestione dello Scrima, sita in zona centrale della città, nonché il Bazar per la vendita di articoli vari operante all’interno del Florio Park Hotel di Cinisi, oltre beni immobili, per un valore di due milioni di Euro. Una costosa attività commerciale che veniva avviata da Scrima nel 1998 di punta in bianco ed in assenza di redditi. L'attività prosegue nel tempo seppure, a seguito di guai giudiziari, questi preferisce formalmente non comparire già dal 1997. Dal 2010 al 2011 Scrima Matteo figura inserito nella lista della Social Trinacria Onlus (ex Pip) percependo la sua ultima retribuzione nel mese di ottobre 2011 data del suo arresto. Il vero calibro di Scrima, all'interno di cosa nostra, emerge nel corso dell’indagine di polizia denominata “Araba Fenice”, svolta dalla locale Squadra Mobile, che conduceva all’emissione del provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla DDA di Palermo in data 28 novembre 2011 nei confronti di 15 soggetti inseriti nella consorteria mafiosa di Brancaccio tra i quali spiccavano Lupo Cesare, Capo della famiglia, nonché Graviano Nunzia sorella dei famosi Benedetto, Giuseppe e Filippo. Già raggiunto da pregressi provvedimenti giudiziari, Scrima, si affermava così come personaggio personaggio di spicco, tanto da essere ritenuto affidatario e custode della cassa della cosca mafiosa di Brancaccio. La considerazione di cui gode lo Scrima all’interno di Cosa Nostra, emerge peraltro dalla sua partecipazione alla riunione tenutasi a “Villa Pensabene” nella giornata del 7 febbraio 2011, presso l’omonimo ristorante sito in località San Lorenzo, che costituisce uno dei più importanti summit di mafia degli ultimi anni (peraltro documentato nel corso di quell’indagine) e dal quale parteciparono diversi personaggi di numerose famiglie mafiose del palermitano. Il sequestro patrimoniale ha colpito i seguenti beni: Società in nome collettivo “Fratelli Scrima di Scrima Antonio & C. con sede in Palermo, via Lincoln 69; Bazar sito all’interno del Florio Park Hotel di Cinisi; Appartamento sito in Palermo Corso dei Mille 1302; Due Box siti in Palermo Corso dei mille 1296.