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Rapina allo stabilimento Amadori di Casteldaccia, i carabinieri arrestano tre persone

Dalle prime ore dell’alba, a Palermo e Castelvetrano, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bagheria, unitamente a personale delle Compagnie Carabinieri di Palermo Piazza Verdi e di Castelvetrano, a conclusione dell’attività investigativa riguardante la rapina perpetrata il 28 ottobre 2013 ai danni del deposito della ditta “Gesco – Gruppo Amadori”, sito a Casteldaccia, via Pietro Nenni, hanno notificato un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, per i reati di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso, emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese Sabina Raimondo, nei confronti di Giuseppe Nicolaci, classe 83, residente a  Palermo, pregiudicato, disoccupato; Giovanni Micalizzi, classe 89, residente a Palermo, pregiudicato, disoccupato; Giovanni Pumo, classe 56, residente a Palermo ma di fatto domiciliato a Castelvetrano, pregiudicato, disoccupato.   Le indagini, svolte dai militari dell’Arma sotto la direzione del dottor Brandini, Sostituto PM presso la Procura di Termini Imerese, erano iniziate immediatamente dopo il colpo, consumato presso lo stabilimento del gruppo “Amadori” nell’ottobre 2013, in cui tre malviventi, armati di pistola, avevano fatto irruzione all’interno degli uffici e, dopo aver immobilizzato con del nastro adesivo il personale presente, avevano sottratto dalla cassaforte circa 50 mila euro, equamente divisi tra contanti ed assegni. Il provvedimento notificato in data odierna segue e completa analoga ordinanza, già notificata dai Carabinieri il 3 marzo scorso nei confronti di Roberto Rugnetta e Francesco Paolo Coppolino. Le successive risultanze investigative, avvalorate dai riscontri delle intercettazioni telefoniche nonché dal sequestro – nel corso di alcune perquisizioni domiciliari – dei capi di vestiario utilizzati nel corso della rapina, hanno infatti consentito di acclarare in maniera inconfutabile: la partecipazione diretta, da parte di Nicolaci e Pumo alla rapina allo stabilimento; la messa a disposizione, da parte di Micalizzi, dell’autovettura utilizzata per la rapina, in cambio della quale lo stesso riceveva dai complici una parte del bottino pari a circa 1.500 euro. Gli odierni arrestati, sono stati associati presso le Case Circondariali “Ucciardone” di Palermo e San Giuliano di Trapani, dove si trovano ristretti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento restrittivo.

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