Pioppo, frazione di Monreale. Undici cani brutalmente avvelenati e tre in pericolo di vita all'interno di un casolare abbandonato. Di fronte ad una scena di questo genere, a chiunque ghiaccerebbe il sangue nelle vene. A chiunque, escluse le forze preposte al soccorso, che hanno il dovere di mantenere il sangue freddo e intervenire immediatamente. Eppure, più che sangue freddo, i volontari OIPA e LIDA intervenuti per soccorrere i cani, si sono trovati di fronte ad un muro d'indifferenza tanto agghiacciante quanto la scena a cui sono stati costretti ad assistere. Allertati da alcuni residenti allarmati dai lamenti dei cani, i volontari hanno chiamato Carabinieri, Polizia Locale e ASP di Palermo, senza però ricevere alcun supporto. Solo dopo quattro ore è giunta sul posto la Polizia Locale, che si è limitata ad ascoltare il racconto dei volontari (senza neanche ispezionare l'interno del casolare) invitando i volontari a soccorrere personalmente i cani ancora in vita per condurli presso il canile di Palermo. Stesso invito da parte dell'ASP di Palermo che, contattata telefonicamente, ha consigliato ai volontari di provvedere a titolo personale a trasferire i cani presso un presidio veterinario privato, dato che l'intero territorio del comune di Monreale non è provvisto di antidoti antiveleno, di ambulatori veterinari, di presidi sanitari pubblici e convenzioni con strutture private. Una risposta che richiama le tinte surreali dei romanzi di Kafka. E ancora più paradossale è quanto dichiara Filippo De Matteo, il primo cittadino di Monreale, quando afferma che "a Monreale il randagismo non esiste". E se in un comune in provincia di Palermo, che conta 38.572 abitanti, il randagismo non esiste, ci chiediamo allora dove siano finiti i 130.000 euro stanziati nel 2011 per prevenire e arginare un fenomeno che, a detta del sindaco non c'è. Ci chiediamo anche che fine abbia fatto la struttura individuata dal Comune da adibire a presidio veterinario, con tanto di nuove apparecchiature mai usate dall'azienda sanitaria locale e lasciate ora in disuso. Ci chiediamo, infine, perché siano stati spesi dei soldi pubblici per un fenomeno che non esiste. Eppure le foto scattate dai volontari si commentano da sole e testimoniano una realtà drammatica, quella di un territorio completamente abbandonato dalle istituzioni. Cani denutriti, affamati, picchiati, investiti, lasciati a se stessi nella più totale incuria dell'ambiente, costretti a cercare cibo e riparo tra cumuli d'immondizia e nei cassonetti della spazzatura. Le cucciolate sono continue, i cani malati e investiti muoiono per le strade e i casi di avvelenamento sono all'ordine del giorno. Il canile comunale più vicino è quello di Palermo che, anch'esso al collasso, rimbalza a Monreale.