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Palermo, voti di scambio: ai domiciliari Dina, Mineo e Clemente

I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria stanno eseguendo 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal Gip presso il Tribunale di Palermo nei confronti di soggetti accusati, a vario titolo, di aver promesso o ricevuto denaro o altre utilità in cambio di voti, per sé o per altri, nell’ambito delle elezioni del 2012 per il rinnovo del Consiglio Comunale di Palermo e dell’Assemblea Regionale Siciliana. L'accusa di voto di scambio piomba addosso a due deputati regionali in carica: Nino Dina, eletto nell'Udc e oggi presidente della commissione Bilancio dell'Ars (alle ultime elezioni comunali di Monreale ha sostenuto il candidato sindaco Alberto Arcidiacono, dopo essersi esposto invece con l'uscente Filippo Di Matteo), e Roberto Clemente del Cantiere popolare-Pid, sull'ex onorevole Franco Mineo, già deputato di Grande Sud, e su Giuseppe Bevilacqua che sfiorò, sempre per il Pid Cantiere Popolare, la vittoria al comune di Palermo. Sono finiti tutti agli arresti domiciliari al termine di un'indagine dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria. Ai domiciliari pure un finanziere accusato di corruzione per alcuni favori resi a Bevilacqua. L'operazione è stata denominata "Agorà". L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Amelia Luise, Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi e Dario Scaletta, è nata dalle microspie piazzate dai finanzieri per indagini sui nuovi assetti mafiosi, ma che avrebbero registrato ad un certo punto, l'impegno di soggetti vicini a cosa nostra per convogliare voti su Bevilacqua. Nel periodo successivo, le microspie continuarono a registrare. Il pacchetto di voti che non basto a Bevilacqua per essere eletto, sarebbe stato sfruttato dai tre candidati all'Ars, promettendo lavoro e denaro in cambio di voti.

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