I Carabinieri della Compagnia Palermo San Lorenzo hanno proceduto al sequestro preventivo di un’area sita nel quartiere “Zen 2” di Palermo, in esecuzione del decreto emesso dal Gip Tribunale di Palermo Angela Gerardi, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il provvedimento cautelare scaturisce dalle risultanze di un’attività di indagine svolta dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Palermo San Lorenzo su segnalazione del 9° Elinucleo Carabinieri Palermo, al termine della quale sono stati deferiti in stato di libertà 2 soggetti ritenuti colpevoli di aver svolto una “Attività di gestione di rifiuti non autorizzata in concorso”, per aver depositato nel sito, tra il 2012 ed il 2013, ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da rifiuti di demolizione, costruzione e scavo. L’area interessata, con una superficie di circa 6.100 mq, in origine adibito ad “orto irriguo”, si trova in via Rocky Marciano, all’interno del quartiere “Zen 2”. Dalle immagini videoriprese dai militari del 9° Elinucleo si poteva constatare come la zona fosse parzialmente recintata ed in parte adibita a discarica di materiale di risulta (cosiddetti “sfabbricidi”). Le perlustrazioni aeree, inoltre, permettevano di notare la presenza di due piccoli escavatori verosimilmente utilizzati dagli indagati per accumulare e poi spianare i rifiuti. Dall’analisi storica dello stato dei luoghi, operata grazie alla comparazione tra le immagini contenute nei database del software “google earth” e quelle relative alle ultime ricognizioni aeree, si documentava quindi un’opera di parziale riempimento dell’area. I militari del Nucleo Operativo riuscivano a raccogliere importanti dichiarazioni dai soggetti notati allontanarsi dall’area in questione e, quindi, ad identificare i reali utilizzatori del sito. Tali operazioni, coordinate dai sostituti procuratori Daniela Randolo e Claudia Ferrari, consentivano, infine, di appurare come il terreno, ceduto nel 2008 in comodato d’uso dal proprietario ad uno degli indagati, avesse subito profondi mutamenti morfologici. Tale circostanza, apparsa ancor più preoccupante dal fatto che negli ultimi servizi perlustrativi si evinceva una parziale coltivazione dell’area, ha spinto la Procura a richiedere l’immediato sequestro preventivo della zona al fine di evitare l’aggravarsi ed il protrarsi delle conseguenze del reato.