Con una cerimonia militare, presso il cippo commemorativo eretto sulla Sp 37, domani 30 giugno, verranno ricordati nel 52° anniversario, gli agenti di Polizia, i Carabinieri e gli artificeri dell'Esercito morti nell'attentato di mafia di via Ciaculli. Presente con una rappresentanza in uniforme sociale anche l'Associazione Nazionale Polizia di Stato di Monreale. La strage di Ciaculli del 30 giugno 1963 sconvolse l'opinione pubblica siciliana e nazionale. A Palermo, dilaniati da una Giulietta al tritolo, a pochi passi dell'abitazione del boss mafioso Salvatore Greco, avevano perso la vita Silvio Corrao, maresciallo della Polizia; Mauro Malausa, tenente dei Carabinieri; Calogero Vaccaro, maresciallo dei Carabinieri; Marino Fardella, carabiniere; Eugenio Altomare, carabiniere; Pasquale Nuccio, maresciallo artificiere Esercito e Giorgio Ciacci, artificiere dell'Esercito. La macchina era stata imbottita di tritolo con la tecnica nuova della doppia carica: una effettiva e l'altra apparente. A metà mattinata, arrivò una telefonata alla Questura di Palermo, durante la quale l'interlocutore diceva che c'era un'automobile abbondonata in aperta campgna a Ciaculli. La Polizia di Stato e Carabinieri si precipitarono subito sul posto, dove trovarono un'Alfa Romeo Giulietta, con gli sportelli aperti e una ruota a terra. Due ore dopo arrivarono gli artificieri che controllarono la macchina e disinnescarono la prima carica, ma quando il maresciallo Pasquale Nuccio aprì la portiera del bagagliaio, alla quale era collegata la seconda carica, quella nascosta sotto il sedile del posto di guida l'esplosione dilaniò tutti e sette i militari. Una tecnica feroce micidiale, che provocò orrore tra la gente comune e costrinse lo Stato ad agire con immediatezza. La mafia si presentava inequivocabilmente con le mani grondanti di sangue innocente di uomini delle Forze dell'Ordine. "Queste iniziative – spiegano dall'Anps di Monreale – servono per far ricordare alle giovani generazioni, le atrocità dell'uomo e quale monito per le generazioni future. Nonostante siano passati 52 anni, c'è fortunatamente ancora chi ricorda. A loro – concludono – va il nostro ricordo e la nostra gratitudine".