Nuovi arresti nell’ambito dell’operazione “Horus”, a seguito della quale i Carabinieri della Compagnia Palermo San Lorenzo, il 22 gennaio scorso, avevano eseguito 33 misure cautelari in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, Dott. Nicola Aiello, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di “produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti”, per avere, in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, detenuto ai fini di spaccio e ceduto a più persone sostanza stupefacente del tipo hashish, marijuana ed eroina. La Sezionedel Riesame del Tribunale di Palermo, a seguito dell’appello proposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – DDA (Procuratore Aggiunto Teresa Principato, Sostituti Procuratori Sergio Barbiera e Siro De Flammineis), riformava l’ordinanza emessa dal Gip, concordando pienamente con la tesi investigativa proposta dalla Polizia Giudiziaria e riconoscendo la fattispecie associativa. Per tale motivo, all’esito dell’udienza della Suprema Corte di Cassazione, che rigettava il ricorso proposto dai legali degli indagati, i militari hanno eseguito 6 misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, per essersi associati tra loro al fine di commettere più delitti di acquisto, detenzione, trasporto, cessione, commercio di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. L’Associazione I provvedimenti emessi dalla Sezione del Riesame del Tribunale di Palermo hanno riconosciuto gli indagati responsabili di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, in particolare: Giuseppe Bagnasco classe ’82, Vincenzo Bagnasco classe ’83, Giuseppe Corradengo classe ’92 e Rosario Bertolino classe ’69 per aver finanziato, promosso, diretto ed organizzato l’associazione; Gaetano Corradengo classe ’82 e Vincenzo Gargano classe ’93 per aver partecipato all’associazione. Nell’ambito del quartiere, quindi, è stata acclarata l’esistenza di un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, dotata di una struttura tendenzialmente gerarchica e legata dalla consapevolezza del singolo di aderire in maniera attiva e stabile ad un’organizzazione permanente volta ad individuare le fonti di approvvigionamento della sostanza, condividere le basi logistiche utili per lo stoccaggio, il taglio ed il confezionamento al dettaglio della sostanza, piazzare sul mercato lo stupefacente e dividerne i frutti, accettando i conseguenti rischi di un’attività vista come un vero e proprio “lavoro” dai giovani pusher. Nella piazza, infatti, operavano costantemente, su turni giornalieri (mattina – pomeriggio – sera), 2/3 soggetti che fungevano da “pusher”, “cassieri/rifornitori” e “vedette”. Per rendere più complessa l’individuazione della cessione e la configurazione del reato, gli spacciatori operavano in totale sintonia tra loro effettuando gli scambi in concorso (nessuno aveva mai la disponibilità diretta ed immediata di un quantitativo di droga che potesse di per sé integrare la detenzione ai fini di spaccio) sotto la stretta sorveglianza delle vedette che provvedevano sia ad avvertire del passaggio di pattuglie delle Forze dell’Ordine che ad indirizzare gli acquirenti (non solo tossicodipendenti, ma anche insegnanti, artisti, infermieri, imprenditori), altamente “fidelizzati”, come testimoniano scene di soggetti i quali, dopo essere stati fermati e segnalati per uso personale dai militari, tornavano a comprare la droga, mostrando anche il verbale di sequestro appena ricevuto. I numerosi interventi effettuati dai Carabinieri, a riscontro dell’attività di indagine in corso, hanno permesso di stilare una sorta di “prezzario” della droga, a seconda del tipo di sostanza stupefacente e del peso della singola dose: marijuana: 5 euro la dose da 1 grammo; hashish: 5 euro la dose da 1 grammo, 10 euro la dose da 2 grammi. Nell’ambito dell’organizzazione, i ruoli di Pusher o Vedetta erano assolutamente intercambiabili anche nell’arco della medesima giornata. Il costante controllo del “gotha” dell’associazione criminale, vigile e attento a curare i lucrosi traffici, garantiva sempre una sostituzione per i membri “incappati” nell’arresto, così da non pregiudicare mai l’attività di spaccio, la quale assumeva in alcuni momenti l’aspetto di una vera e propria “catena di montaggio” (come testimoniano le immagini riprendenti file di auto in coda, in attesa del proprio “turno”), assicurando il massimo utile possibile all’organizzazione. L’associazione è costituita da soggetti appartenenti a famiglie di spicco del quartiere, anche se con le indagini si è constatato come molte altre famiglie della zona erano impegnate negli illeciti traffici, come documentato dai diversi e stretti rapporti di parentela intercorrenti tra gli indagati, nonché dalle veementi reazioni di tutti gli abitanti del quartiere in occasione degli interventi delle forze dell’ordine. In effetti, si è evinto che gli illegali traffici costituiscono l’unica vera e propria fonte di sostentamento di interi nuclei familiari residenti nel quartiere, per i cui componenti queste attività costituiscono la principale occupazione quotidiana. Tali interessi hanno assicurato la pressoché totale connivenza degli abitanti della zona, i quali avevano tutto l’interesse a non ostacolare le condotte illecite degli spacciatori. Particolare emblematico dell’indifferenza e della connivenza degli abitanti del quartiere nei confronti degli spacciatori è costituito dalle riprese di: bambini che giocano tranquillamente a pochi passi dai pusher, impegnati nelle illecite attività, e con cui spesso dialogano; proprietari dei mezzi utilizzati quali nascondigli per lo stupefacente che, consapevoli di tale attività, chiedono “gentilmente” ai pusher di cambiare luogo di occultamento poiché devono andare via. In soli 75 giorni di attività, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Palermo San Lorenzo documentarono circa 2.320 episodi di spaccio: segnalando 29 persone alla Prefettura di Palermo per “uso personale di sostanze stupefacenti”; arrestando 13 persone e denunciandone altre 3 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; sequestrando quasi 2 chili di hashish e marijuana nonché eroina per un valore complessivo di svariate migliaia di euro, oltre alla somma contante di 1.000 euro circa, provento dell’illecita attività di spaccio. Nel periodo successivo alla conclusione delle attività, i militari, inoltre, comprovarono la continuità e persistenza degli illeciti traffici, procedendo ad altri 3 arresti in flagranza nei confronti di altrettanti pusher operanti in quelle vie e sequestrando complessivamente 65 grammi circa di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana. Oggi, infine, a coronamento della vasta operazione che il 22 gennaio 2014 portò all’azzeramento della rete di spacciatori operanti in una delle piazze di spaccio più prolifiche del capoluogo, i Carabinieri sono riusciti anche a decapitare i vertici dell’associazione criminale che gestiva gli illeciti e remunerativi traffici di sostanze stupefacenti, garantendo un servizio h24, sempre a disposizione del “cliente”. Gli arrestati, a seguito delle formalità di rito, sono stati associati presso le locali Case Circondariali “Pagliarelli” ed “Ucciardone”, rispettivamente secondo il ruolo, dirigenziale o partecipativo, ricoperto nell’associazione. Per saperne di più, leggi questo articolo