Agenti della Polizia di Stato, appartenenti al Commissariato Oreto-Stazione, hanno tratto in arresto A.F., 19enne palermitano del quartiere “Brancaccio”, poiché responsabile del reato di tentato furto. I poliziotti, in servizio di controllo del territorio, hanno ricevuto una nota dalla locale sala operativa di un furto in atto presso un edificio in ristrutturazione, in via Terra delle Mosche. Recatisi tempestivamente sul posto, gli operatori, hanno notato due giovani, uno intento a sorreggere una pedana, che fuoriusciva da un foro praticato nel muro di un edificio, l’altro al di là del foro occupato, a sorreggere l’altra estremità della pedana ed a passarla al complice. Il primo, alla vista degli agenti, si è dato immediatamente alla fuga, dileguandosi tra i vicoli del centro storico. L’altro, vistosi scoperto dai poliziotti che, nel frattempo si sono avvicinati all’apertura praticata nel muro, si è allontanato nascondendosi negli anfratti della struttura. Altre volanti giunte in ausilio, hanno bloccato tutte le possibili vie di fuga, intrappolando il ragazzo tra le mura che poco prima aveva violato. Nelle immediate vicinanze del foro i poliziotti hanno rinvenuto un giubbotto e in una delle tasche del malvivente un documento di identità. Gli agenti, guardando la foto del documento ritrovato, hanno subito riconosciuto il malintenzionato all’interno dell’immobile. Poco distante, gli agenti hanno notato alcune decine di pedane in metallo accatastate, che i furfanti avevano già sottratto dall’edificio ed un motocarro pronto alla fuga. Nel frattempo, sul luogo del tentativo di reato, è sopraggiunto il padre del ragazzo, probabilmente contattato dal figlio, impaurito per essersi reso conto di non avere alcuna possibilità di fuga. Su richiesta dei poliziotti, il padre ha convinto telefonicamente il proprio figlio ad uscire allo scoperto. Il ragazzo, una volta fuori dalla struttura, ha subito confessato. Il giovane tratto in arresto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato accompagnato presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari, in attesa del giudizio della “Direttissima”. Indagini sono in corso per accertare l’identità del complice.