Un’attività svolta congiuntamente dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri e dal Gico della Guardia di Finanza di Palermo ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 850 mila euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di prevenzione su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il sequestro, finalizzato alla confisca, è stato eseguito nei confronti di Maurizio Pecoraro, palermitano, arrestato nel dicembre del 2011 nell’operazione denominata “Pedro” ma al momento libero. Il provvedimento evidenzia la figura di Pecoraro Maurizio quale custode della cassa del della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, retta in quel momento da Di Giovanni Tommaso. La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni sospettati di essere nella effettiva disponibilità dell'uomo, ha consentito di individuare "un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni di malaffare" spiegano i militari. Attività commerciali, immobili e conti correnti sono stati passati al setaccio dagli investigatori e, alla luce della evidente sproporzione tra il loro valore e i redditi dichiarati, sottoposti a sequestro. Il provvedimento di sequestro ha interessato: la ditta individuale con relativi beni aziendali, denominata “Le Bibite di Ale 91”, con sede in Palermo, avente attività di somministrazione di alimenti e bevande; 3 apppartamenti a Palermo; 1 magazzino; 12 rapporti bancari; 4 veicoli.