Palermo ricorda Rocco Chinnici, il "Giudice buono"

Rosario Lo Cicero

Palermo

Palermo ricorda Rocco Chinnici, il "Giudice buono"
La commemorazione nel giorno del suo 31esimo anniversario della morte

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ricordato ieri sera a Palermo, nel chiostro della Galleria d'Arte Moderna di piazza San'Anna, il giudice Rocco Chinnici, conosciuto da molti come "il Giudice buono". Chinnici era a capo dell'Ufficio Istruzione della Procura di Palermo e fu l'ideatore del "pool Antimafia". Il 29 luglio 1983, una Fiat 126 imbottita di tritolo, piazzata dagli uomini della "cupola", sotto la sua abitazione di via Pipitone Federico, pose fine tragicamente alla sua vita. In quell'inatteso quanto incredibile boato, con il giudice Rocco Chinnici, persero la vita i due Carabinieri di scorta, Mario Trapassi e Salvaote Bartolotta, oltre che il portiere dello stesso stabile, Stefano Li Sacchi. I giornalisti Fabio de Pasquale ed Eleonora Iannelli, autori del libro "Così non si può vivere", hanno condotto l'incontro di ieri, al quale era presente Caterina Chinnici, figlia dell'indimenticabile Magistrato ed oggi Euro-Deputata del PD ed il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha detto: “Grazie al sacrificio di uomini come Chinnici, possiamo dire che oggi la mafia è un pezzo del mosaico, ma a Palermo non governa. Regioni come la Calabria non possono affermare lo stesso. Ricordare Chinnici significa ricordare quando lo Stato e la mafia sembravano identificarsi". Grazie alle rivelazioni del pentito Giovanni Brusca, la Procura di Caltanissetta, aprì un secondo filone delle indagini che portarono la Cassazione a confermare gli ergastoli per dodici imputati, tra i quali Michele Greco ed i cugini Salvo che comunque la fecero franca: il primo perchè già assolto e quindi non più giudicabili ed i secondi perchè defunti. Toccanti le parole di Caterina Chinnici che ha ricordato il padre, così come quelle di Eufemia, figlia del carabiniere Bartolotta, mentre Salvatore De Luca, attuale procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, il quale iniziò la sua carriera accanto a Rocco Chinnici, lo ha definito "una roccia, padre della moderna antimafia". A seguire le testimonianze di Francesco Accordino, ex capo della sezione omicidi della Squadra mobile di Palermo, tra i primi ad accorrere sul luogo della strage e poi, Giovanni Paparcuri, autista sopravvissuto. 

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