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Palermo, picchiato a sangue per non aver pagato il pizzo, la Polizia arresta gli estorsori

È in corso dalle prime ore di questa mattina,  un’operazione della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo, denominata “Agrìon” con la quale si sta dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria a carico di otto soggetti appartenenti alla famiglia della Noce. Dopo le due recenti operazioni “Atropos” ed “Atropos 2”, che hanno portato all’arresto, a più riprese, di oltre 50 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti ed altro, con l’operazione di questa mattina s’infligge un ulteriore duro colpo al mandamento mafioso della Noce. Gli otto individui colpiti dal provvedimento cautelare in parola, uno dei quali minorenne,  devono ritenersi responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione e altro. In particolare, è stata fatta piena luce su un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore locale e sulla relativa violentissima rappresaglia,  contro il medesimo ed un suo affine, a colpi di mazzuolo da muratore,  il tutto per un suo precedente rifiuto di pagare il pizzo. Maggiori dettagli più tardi al termine della conferenza stampa convocata per le 10,30 alla presenza del Procuratore della Repubblica Aggiunto Vittorio Teresi e del Questore Nicola Zito. IL PLAUSO DI ADDIOPIZZO Addiopizzo esprime il suo plauso ai poliziotti della Squadra Mobile di Palermo e ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano per l’importante operazione antimafia che ha portato, all’alba, all’arresto di diversi soggetti accusati a vario titolo di associazione mafiosa e tentata estorsione. L’associazione è altresì vicina all’operatore economico che ha collaborato con gli organi inquirenti dopo aver subito diverse richieste estorsive culminate persino in una grave e vile aggressione. Occorre che la società e le istituzioni facciano sentire vicinanza e sostegno concreto a chi ha trovato il coraggio di denunciare. Anche da queste indagini emerge che chi viene estorto e decide di intraprendere, sin dal momento in cui subisce anche solo piccoli atti intimidatori, un percorso di collaborazione con lo Stato, l’autorità giudiziaria e le forze di polizia sono nelle condizioni di assicurare alla giustizia gli autori di tali odiosi reati, preservando anche l’incolumità dell’imprenditore che denuncia. Cogliamo quindi questa importante occasione per invitare gli imprenditori ed i commercianti a denunciare da subito ogni segnale intimidatorio ed estorsivo, rivolgendosi anche alle associazioni antiracket. 

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