Operazione anticontraffazione della polizia municipale che ha sequestrato circa 29 mila prodotti privi del marchio “CE” in due esercizi commerciali di ingrosso e dettaglio, entrambi ubicati in via Maqueda. Cinque persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria per contraffazione di prodotti industriali e frode in commercio ed ai due rispettivi titolari sono state comminate sanzioni per un importo totale di 150 mila euro. I due interventi sono stati compiuti seguendo un filone d’indagine coordinato dal Comandante Vincenzo Messina che ha condotto gli agenti del nucleo controllo attività commerciali su area pubblica, ad individuare i negozi dove gli ambulanti si riforniscono degli articoli che espongono in vendita sui banchi mobili in giro per la città. “Ancora una volta – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – dalla polizia municipale giunge una buona notizia sul fronte della lotta all’abusivismo commerciale, a conferma che il rispetto delle regole rimane una delle priorità dell’amministrazione. Oltre al pizzo di strada, dobbiamo dire no anche al commercio abusivo, che è oltretutto pericoloso per i consumatori, non rispettando regole di alcun tipo”. “Intendiamo tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini – dice il Comandante Vincenzo Messina – nonché garantire le regole ed il rispetto della legalità, oltretutto questi operatori danneggiano l’economia sana e produttiva della città “. Nel primo negozio di ingrosso e dettaglio, ubicato in via Maqueda, sono stati sequestrati circa 9.800 articoli tra occhiali da vista premontati, confezioni di giocattoli, prodotti elettrici a bassa tensione, esposti in due locali adibiti alla vendita. Nel retrobottega, invece, si provvedeva al confezionamento ed all’impacchettamento di prodotti elettrici a bassa tensione. Dall’ispezione compiuta dagli agenti sono state riscontrate diverse irregolarità: la contraffazione del marchio “CE” applicato sui prodotti e la potenziale pericolosità del materiale elettrico posto in vendita. Ancora, occhiali da vista privi delle indicazioni obbligatorie previste dal Codice del consumo, per la corretta e completa informazione del consumatore, quali la denominazione merceologica del prodotto, nome, ragione sociale e sede del produttore o dell’importatore per l’Unione Europea. Inoltre i giocattoli destinati ai bambini, oltre ad essere privi del marchio di qualità IMQ, non descrivevano l’eventuale presenza di materiali che possano arrecare danno all’uomo alle cose o all’ambiente. Oltre al sequestro della merce, tre persone X.Z. di 48 anni, H.L. di 46 anni ed M.Z. di 24 anni, rispettivamente titolare, gestore e collaboratore dell’esercizio commerciale, sono state denunciate alla autorità giudiziaria per vendita di prodotti industriali con segni mendaci, frode in commercio ed immissione sul mercato di prodotti pericolosi. Al titolare sono state comminate sanzioni per circa 70 mila euro. Nell’altro negozio della stessa via Maqueda sono stati sequestrati 19.500 prodotti tra occhiali da vista premontati, occhiali da sole, confezioni di giocattoli, prodotti elettrici a bassa tensione, utensili da ferramenta ed articoli per il confezionamento dei prodotti elettrici a bassa tensione. Il maggior numero di prodotti sequestrati riguardano soprattutto giocattoli, occhiali da vista e prodotti elettrici a bassa tensione, prodotti pericolosi per la salute e l’incolumità che venivano esposti in vendita con marchio “CE” contraffatto. Anche in questo caso, due persone, Z.L. di 45 anni e J.J. di 52 anni, titolare e gestore dell’esercizio, sono state denunciate alla autorità giudiziaria per vendita di prodotti industriali con segni mendaci, frode in commercio ed immissione sul mercato di prodotti pericolosi. Sanzioni per un importo totale di circa 80 mila euro sono state comminate al titolare. Le due operazioni, in applicazione delle direttive recentemente emanate dal Ministero degli Interni, rappresentano il terminale dei controlli anticontraffazione eseguiti dagli agenti nelle ultime settimane, nei confronti degli ambulanti, undici dei quali sono stati denunciati alla autorità giudiziaria. Tra parziali ammissioni e reticenze, gli agenti sono riusciti a risalire ai negozi dove gli ambulanti acquistano alla fonte la merce contraffatta.