L’Arlecchino di Paolo Rossi saluta il pubblico dello stabile palermitano con l’ultima replica del 7 dicembre, tra gli applausi di una platea travolta da un irriverente demonio smascherato. Salta da una parte all’altra della scena, racconta nevrosi contemporanee e la sua giacca è una bacheca di promemoria colorati per non dimenticare i problemi che la satira può raccontare ma non risolvere. “E’ uno spettacolo in prova” in cui tutto quello che sembra improvvisato è stato attentamente studiato, anche gli errori che condivide con “I Virtuosi del Carso” ,Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciani e Stefano Bembi, I musici che lo accompagnano in questo viaggio attraverso tutti i momenti più importanti della sua carriera. Il confine tra il personaggio e l’attore stesso è sottilissimo, quasi inesistente, così Rossi risponde impacciato alle domande di Enrico Berlinguer in sogno, accennando con un po’ di pudore all’attuale situazione politica del paese o ricorda il compagno di avventure Enzo Jannacci . Viaggia tra inferno purgatorio e paradiso, scoprendo che il luogo più divertente per un comico è proprio l’inferno dei locali notturni e dei cabaret ma al suono di una sirena fuori dal teatro, cambia spettacolo improvvisando una performance canora con “I Virtuosi”. Le canzoni, scritte da Giammaria Testa, danno ritmo allo spettacolo, tra momenti di riflessione e divertenti proposte artistiche “per le feste di addio al celibato ma anche al nubilato”, la satira oggi deve essere pronta a tutto. La scena, già aperta, rievoca gli allestimenti degli scavalcamontagne, i girovaghi della Commedia dell’arte, tra le valigie aperte gli intrugli miracolosi sono oggi i farmaci che Rossi, vero perito chimico, dovrebbe saper preparare e il fondale che mette le ali a musica e parole per osservare i tetti della città. Coinvolgente ed esuberante questo Arlecchino di tanto in tanto accende le luci in sala e fa sentire il pubblico protagonista, svelando un “bis” già previsto da chiedere al momento giusto per far concludere la serata in un fragoroso applauso, l’ennesimo della serata!