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Palermo, la Guardia di Finanza scopre e chiude un laboratorio di contraffazione di abiti, scarpe e borse

Nel proseguimento delle indagini finalizzate a risalire ai canali di approvvigionamento dei venditori abusivi di merce contraffatta che stazionano in diverse aree della città, la Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un altro ingente deposito di prodotti falsi, utilizzato anche come laboratorio per il confezionamento di scarpe, borse e accessori di abbigliamento. L’operazione è scattata nei giorni scorsi quanto una pattuglia dei finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di polizia tributaria del capoluogo siciliano ha intercettato un‘autovettura guidata da un senegalese a bordo della quale sono state rinvenute circa 5 mila etichette recanti il logo contraffatto di noti marchi quali Adidas, Nike e Harmont & Blaine, evidentemente pronte per essere apposte su altrettanti prodotti da piazzare sul mercato clandestino. I successivi approfondimenti hanno permesso ai finanzieri di risalire ad un appartamento frequentato dal soggetto fermato, sito nel popolare quartiere di Ballarò. Entrate nel locale per eseguire una perquisizione, le Fiamme Gialle si sono trovate di fronte ad un vero e proprio magazzino di circa 100 metri quadrati, composto da 3 locali, privo di autorizzazioni per l’utilizzo commerciale, adibito a vero e proprio “bazar del falso”, dove erano stipate migliaia di borse dalle molteplici fogge, scarpe, cinture e portafogli di note marche quali Gucci, Prada, Hogan, Chanel e Louis Vuitton, orologi con marchi Rolex e Luminor Panerai, nonché occhiali Oakley, Burberry, Chanel e D&G, e capi di abbigliamento tra cui polo riproducenti il marchio contraffatto della Lacoste, Burberry e Moncler, costumi da bagno North Sails. Il tutto già perfettamente assemblato nelle relative confezioni e pronto per essere immesso sul mercato nero palermitano, per un valore al dettaglio di 100 mila euro. Ma nel locale la merce rinvenuta non veniva soltanto stoccata, ma anche lavorata e rifinita. La perquisizione ha infatti portato al rinvenimento di rotoli di filo e di una macchina per cucire, perfettamente funzionante, utilizzata per applicare le etichette e rifinire i capi originariamente anonimi. Il laboratorio clandestino è risultato gestito da un senegalese di 31 anni, che, denunciato alla Procura della Repubblica per i reati di fabbricazione e commercializzazione di materiale contraffatto nonché per ricettazione, rischia pene che vanno dai due agli otto anni. Denunciati anche altri due senegalesi, coinvolti nell’illecita attività. Tutte le etichette e i prodotti contraffatti, pari nel complesso a circa 10 mila generi, sono stati sequestrati, unitamente al materiale utilizzato per il confezionamento dei prodotti. Si tratta del terzo caso di laboratorio clandestino di prodotti falsi scoperto a Palermo dall’inizio dell’anno, e questo fa ritenere plausibile un cambiamento delle modalità operative adottate dai sodalizi criminali attivi nel settore, in precedenza abituati a rifornirsi di merce contraffatta prevalentemente da altre Regioni italiane e che adesso sembrano essersi attrezzati anche per la “produzione in proprio”. 

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