Un finto precario che per un periodo di tempo ancora da accertare ha percepito il sussidio sociale, pur avendo un patrimonio da 3 milioni di euro e un reddito di 780 mila euro l'anno. L'uomo F.L. di 63 anni, appartiene al bacino dei Pip e ha riscosso lo stipendio fino a maggio 2014. Il "paperone" vanta anche una serie di condanne penali, che vanno dagli atti osceni alla ricettazione, alla detenzione di armi e alla violenza personale, fino all'associazione a delinquere e alla resistenza a pubblico ufficiale. La notizia è stata rivelata da Repubblica. "Quando ho scoperto che F. L., 63 anni faceva parte del bacino dei Pip sono caduta dalla sedia – ha detto la dirigente generale del dipartimento Lavoro Anna Rosa Corsello (nella foto) a Repubblica -. C'è da chiedersi come è stato possibile considerarlo un disagiato". Per il ricco precario, è scattato adesso il decreto di espulsione. Un anno e mezzo fa era stato sospeso perché nella Finanziaria fu inserito il tetto del reddito e l'esclusione dal bacino per reati di mafia o con interdizione dai pubblici uffici. Lo scorso mese però si è ripresentato in assessorato chiedendo di essere riammesso. La Corsello ha chiesto al Pip in questione di presentare la dichiarazione Isee. Poi sono scattati i controlli ed è così emersa l'anomalia.