Un ingente patrimonio, costituito da appartamenti, fabbricati, magazzini, fondi rustici, terreni e box in Palermo e provincia, 2 motocicli, 1 autovettura e disponibilità finanziarie (conti correnti, libretti di risparmio, deposito titoli, polizze assicurative), per un valore complessivo di oltre 2,7 milioni di euro, è stato confiscato dalla Guardia di Finanza di Palermo in esecuzione di due distinti provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Interessato dalla prima confisca è un quarantanovenne originario di Palermo, coinvolto in un’indagine per usura condotta nel 2008 dalla Guardia di Finanza di Palermo, culminata con l’arresto in flagranza del soggetto e la successiva esecuzione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini condotte dalla Fiamme Gialle avevano portato alla luce un complesso sistema di usura, compiuta in maniera sistematica ai danni di numerosi soggetti, attraverso il quale le vittime, per far fronte alle pressanti richieste di restituzione, erano costrette a chiedere aiuto ad altri usurai, inserendosi così in un perverso meccanismo a catena che faceva lievitare i tassi mensili fino al 7%. L’impianto accusatorio delineato culminava nella condanna (in primo grado) emessa dal Tribunale di Palermo a quattro anni ed otto mesi di reclusione, per reati di usura commessi tra il 2003 ed il 2008. I beni oggetto dell’odierna confisca erano stati sequestrati sulla base della sproporzione esistente tra i redditi di natura lecita denunciati complessivamente dal nucleo familiare del proposto ed il possesso degli stessi nel periodo oggetto d’indagine. Nei suoi confronti sono stati confiscati cinque immobili (3 appartamenti, 1 fabbricato ed 1 box) in Palermo e provincia, due motocicli, un’autovettura, oggetti preziosi di varie tipologie e disponibilità finanziarie, per un valore di oltre 1.4 milioni di euro. Altro provvedimento di confisca è stato emesso nei confronti di un cinquantanovenne originario di Villabate, destinatario di Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2008 dal Gip del Tribunale di Palermo per reati di usura continuata, in concorso con altri soggetti e familiari. Le indagini delle Fiamme Gialle sono iniziate nel 2005 a seguito di dichiarazioni rese da alcune vittime di usura, a cui venivano imposti tassi usurai fino al 6,5% mensile. I gravi indizi raccolti sono stati poi confermati anche dagli accertamenti bancari eseguiti e dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra cui Francesco Campanella, con un passato da impiegato di banca, che aveva riferito di alcuni soggetti che si occupavano di usura nel territorio di Villabate, con l’autorizzazione del boss Nicola Mandalà (fedelissimo del boss Bernardo Provenzano). L’attività di Polizia Giudiziaria, che aveva preso le mosse dall’inchiesta su un agente assicurativo di Palermo, accusato di aver truffato alcuni clienti per milioni di euro, ha consentito l’individuazione dei singoli episodi di usura commessi dal proposto e dai suoi familiari. I successivi accertamenti economico/patrimoniali sulle disponibilità finanziarie e immobiliari hanno evidenziato flussi monetari rilevanti ed un tenore di vita elevato, soprattutto rispetto ai modesti redditi ufficialmente dichiarati, circostanza motivante il sequestro e l’odierna confisca dei beni, consistenti in 4 appartamenti e 2 terreni in provincia di Palermo, rapporti di conto corrente, dossier titoli e libretti al portatore, per un valore complessivo stimabile in circa 1,3 milioni di euro.