Giovanni Orcel, palermitano classe 1887, conseguita la licenza elementare, entrò subito nel mondo del lavoro con le qualifica di tipografo e compositore, nel contempo cominciò a frequentare la Camera del Lavoro che si trovava allora in Via Montevergini e li fu travolto dalla passione per la politica ed il sindacato. Si iscrisse al partito Socialista. Nel 1920, dopo il Congresso Nazionale della FIOM tenutosi a Genova, visto l'acuirsi del conflitto tra operai e industriali, il sindacato decise di far fronte con l'ostruzionismo. L'estate del 1920 è segnata da molti licenziamenti operati da parte della dirigenza del Cantiere Navale di Palermo e così, gli operai a maggioranza FIOM avviarono l'autogestione al fine di non fermare la produzione e perdere così le commesse ed in queste decisioni l'impronta di Giovanni Orcel era evidente, tant'è che si pronunciò contro l'accordo nazionale siglato dal sindacato stesso e che poneva fine, il 29 settembre del 1920, all'occupazione. Come previsto e dichiarato dal sindacalista, gli accordi non vennero siglati ed Orcel, nonostante si fosse candidato alle elezioni provinciali, venne isolato dallo stesso sindacato. Il 14 ottobre del 1920, un sicario assoldato da Sisì Gristina, capo mandamento di Prizzi, lo freddò a pistolettate. Ieri è stato commemorato il 93° anniversario del barbaro eccidio. Così, la Cgil, il "il Centro Studi Giuseppe Impastato", il "Centro Studi e iniziative culturali Pio La Torre" e l'A.N.P.I. lo hanno ricordato nel corso di una manifestazione coordinata dal regista Ottavio Terranova, che si è conclusa con la deposizione di una corona di fiori in corso Vittorio Emanuele, all’angolo con via del Giusino, luogo nel quale Orcel venne assassinato dalla mafia.