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Operazione antimafia, la guardia di finanza sequestra beni per 3,3 milioni

La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato società, attività commerciali, appartamenti e terreni del valore complessivo di circa 3,3 milioni di euro, in esecuzione di due distinti provvedimenti emessi dal locale Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano. Interessati dai provvedimenti di sequestro tre soggetti, tutti già sottoposti anche a misure di prevenzione di carattere personale. Il primo, palermitano, di cinquantadue anni, ritenuto organico alla famiglia mafiosa palermitana di “Borgo Vecchio”, nel 2000 e nel 2012 ha riportato condanne per i reati di associazione mafiosa, rapina ed estorsione, aggravati dal favoreggiamento mafioso. Elementi investigativi a sostegno della sua contiguità a Cosa Nostra, sono stati forniti anche da alcuni collaboratori di giustizia. A fronte di esigue capacità reddituali, le investigazioni economico/patrimoniali delle Fiamme Gialle hanno permesso di rilevare nella disponibilità del soggetto e dei suoi familiari un cospicuo patrimonio, formato con disponibilità finanziarie frutto di attività illecite. Tra i beni sequestrati, un’attività di commercio all’ingrosso di carta e diversi appartamenti nel quartiere “Borgo Vecchio” di Palermo, autovetture di grossa cilindrata, conti correnti e disponibilità finanziarie, del valore complessivo di oltre 1,3 milioni di euro. Interessati dal sequestro dei beni anche un esponente di spicco della famiglia mafiosa di Carini ed un imprenditore indiziato di contiguità con la stessa cosca. Il boss, di 57 anni ed originario di Torretta e nel 1985 è stato sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni, perché indiziato di appartenere alla famiglia mafiosa di Carini ed alla confisca dei suoi beni, fittiziamente intestati ai propri familiari. La sua appartenenza alla cosca mafiosa di Carini è emersa ancora più nettamente nel giugno 2006, quando è stato tratto in arresto per il reato di associazione mafiosa per aver diretto la famiglia mafiosa di Carini, costituendo per Cosa Nostra un preciso punto di riferimento per il controllo dei lavori pubblici e l’imposizione del pizzo e nel 2007, quando è stato nuovamente arrestato per i reati di estorsione ai danni di imprenditori carinesi e per quello di riciclaggio aggravato. A conclusione delle indagini economico/patrimoniali, i finanzieri hanno sequestrato all’ex reggente della cosca di Carini una lussuosa villa del valore di circa un milione di euro, fittiziamente intestata ai suoi familiari. Interessato dal provvedimento di sequestro anche un imprenditore carinese, di 51 anni, indagato nel 2007 per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco ed attualmente sottoposto alla misura personale di prevenzione della sorveglianza speciale. Nei suoi confronti sono stati ora sequestrati a Carini un’attività di commercio al dettaglio di abbigliamento, una villa e diversi terreni, del valore complesso di oltre un milione di euro.

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