Aria di rinnovo, e la polemica inpazza sul web. Poco tempo fa si dava notizia del ripristino da parte della nuova amministrazione comunale, di uno dei più importanti siti di interesse storico e culturale locale, la fontana del drago. Un opera dello scultore palermitano Ignazio Marabitti risalente alla seconda metà del 1700 voluta dall’arcivescovo di Monreale Francesco Testa per ornare la via principale che collega Monreale al capoluogo palermitano ed alleviare la fatica dei viaggiatori. Un'opera del grande valore artistico ricavata sulle rocce del monte Caputo. Oggi, a seguito dell’inaugurazione di un nuovo locale adiacente all’antica fontana, non potevano mancare critiche e commenti polemici da parte di alcuni utenti del web sulla probabile tutela e salvaguardia del sito, ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo alcuni tratti della precedente situazione in cui versava la “Fontana del Drago”. Degrado, abbandono, sporcizia, rifiuti, droga e prostituzione. Ecco cosa era l’antica fontana del Marabitti fino a pochi anni fa. Persino durante la campagna elettorale della scorsa amministrazione, si era promesso una rivalutazione che ovviamente non è mai arrivata come tante altre promesse. Un luogo buio e pericoloso, dove la notte, lontano da occhi indiscreti poteva succedere di tutto. E nel contempo vandali indisturbati procedevano a deturpare e saccheggiare l’antico monumento che ancora oggi mostra gravi segni di danneggiamento fino all’insediamento della nuova amministrazione che insieme alla disponibilità di alcuni privati ha provveduto ad un ripristino della struttura, lasciata per troppo tempo alla mercè del tempo e dei vandali. Ma cosa fa infuriare i più acerrimi “conservatori votati al cambiamento” del comprensorio? Quel luogo abbandonato dal quale era meglio stare lontani, adesso è servito da lampioni, pulito, usufruibile ed, al posto di una vecchia e pericolante struttura abbandonata troviamo, un locale ad accoglieri, la "Locanda del Drago". Ci riceve Giuseppe Pitti titolare della struttura e fautore del ripristino del sito. L’imprenditore monrealese racconta che quando ha acquistato la proprietà, questa era solo una struttura fatiscente dove 40 anni fa era attiva una pizzeria. Gli alberi, mai curati come di dovere avevano invaso quella che oggi è una terrazza sulla Conca d’Oro, mettendo a repentaglio non solo la viabilità sulla strada panoramica, ma anche la rete elettrica visto che alcuni rami sono cresciuti aggrovigliandosi ai cavi. Oltre ad aver provveduto ad una potatura di contenimento e salvaguardia con la supervisione della Forestale, il proprietario ha fatto sapere che da oggi ne risponderà personalmente. Ma non solo. La Fontana, oggi viene mantenuta pulita. Giuseppe Pitti gestisce altre attività ristorative ed alberghiere all’interno del centro storico ed afferma che la vena turistica monrealese non può essere trascurata o lasciata all’incuria. “Tutelare i nostri beni storici e culturali – aggiunge Pitti – significa anche rivalutarli, ognuno nelle sue possibilità. Se ciò potrebbe dare l’idea di deturparli la scelta è semplice, basta non fare nulla.” Anche l’assessore Ignazio Zuccaro, insieme all’amministrazione comunale, ha apprezzato l’opera dell’imprenditore Pitti: “ La sinergia fra privati ed amministrazione deve essere un concetto che sta alla base di un nuovo sviluppo del territorio, ben venga tutto quello che può servire alla rivalutazione della nostra città sempre e sottointeso nel rispetto delle normative vigenti.” Insomma le polemiche sterili lasciano il tempo che trovano, mentre l’impegno e la volontà di ogni singolo cittadino, potrebbero magari far uscire la cittadina normanna da quella fase di “stallo” ed abbandono in cui ha vissuto per troppo tempo. Le foto gentilmente concesse da Giuseppe Pitti mostrano cos’era la struttura prima dell’intervento di ripristino.