Abbiamo appreso con stupore ed infinita tristezza del suo incredibile incidente sugli sci, avvenuto il 20 dicembre 2013, sulle nevi svizzere di Maribel. Ne abbiamo seguito la degenza, prima nell'Ospedale di Losanna e poi nel Polo Universitario di Liegi, sino al trasferimento nella sua abitazione, dove è seguito da una equipe medica di primissimo piano: stiamo raccontando dello sfortunato Michael Schumacher. Secondo la voce autorevole del dottor Gary Hartstein, già delegato medico in F1 ed oggi al Dipartimento di Medicina di Emergenza dell'Ospedale Universitario di Liegi, le possibilità che l'ex Campione del Mondo recuperi qualche sembianza di vita normale, sono molto remote. Così ha dichiarato, in sintesi, l'illustre cattedratico, intervistato ieri dal "Mail on Sunday". Con grande tristezza, Hartstein, ha infine dichiarato: “Non lo posso aiutare, ma credo che se Michael fosse emerso del tutto dallo stato di minima coscienza, ci sarebbe stato detto che sta avendo problemi di espressione e che sta lavorando duro per migliorare o che sta imparando a camminare, leggere e scrivere tutto da capo. Tutto questo mi lascia molto amaro in bocca e grande tristezza per la famiglia di Michael. Con il passare del tempo diventa sempre meno probabile che Michael possa emergere in misura significativa”. Una realtà dura della quale, oltre ai famigliari del grande quanto sfortunato 45enne campione, dovranno prendere coscienza anche gli sportivi che negli anni lo hanno osannato e stimato.