Straordinario evento, quello di ieri sera, a Messina, dove Vasco Rossi, probabilmente il più grande rocker italiano di tutti i tempi, ha incantato, con le sue musiche, la sua voce e la sua mimica, gli oltre 40 mila fan, giunti un pò da tutta l’Italia meridionale e non solo dalla Sicilia. “Vasco Rossi Live Kom 015” questo il nome dato all’evento messinese, è iniziato puntualmente alle 21,30 tra il visibilio dei presenti, assiepati, forse più del dovuto, in ogni ordine e grado di posti. Il Blasco, come lo chiamano i fedelissimi, con la solita aria ironica e dissacratoria, non si è perso in chiacchiere, come spesso amano fare i suoi colleghi nei concerti ed ha incantato tutti con Rewind, Vivere, Gli angeli, Madley rock, Delusa, Mi piaci tu, Gioca con me, la struggente Sally, e poi ancora con Solo noi e con la splendida Come vorrei, solo per citarne alcune. Di altissimo livello la sua band, nella quale spiccano il batterista Will Hunt, il tastierista Alberto Rocchetti ed i chitarristi Maurizio Solieri e Stef Burns con la brava corista Clara Moroni. Ma veniamo ad alcune dolenti note che abbiamo potuto verificare di persona, non avendo resistito anche noi, al richiamo di un così importante personaggio della musica mondiale: troppi, a nostro avviso, i biglietti venduti, sia per la situazione della viabilità intorno allo stadio che per gli stessi spettatori e non possiamo essere che dispiaciuti per i danni che ha subito il manto erboso del “San Filippo”. Ma quello che più ci ha toccati è l’essere caduti anche noi, senza possibilità alcuna di difesa, in una vera trappola ordita, forse da un solo nucleo familiare, senza che nessuno delle Forze dell’Ordine, in gran numero presenti allo stadio, prima, durante e dopo il concerto, si accorgesse di nulla. Le auto che giungevano a Messina, da Catania e Palermo, venivano indirizzate, grazie ad una serie di grandi ed invitanti adesivi, appiccicati alla cartellonista stradale, ad un “Parcheggio Stadio Custodito”. E così, gli ignari spettatori di Vasco, tra questi, lo ripetiamo, anche noi, hanno seguito il cartello che ci ha fatto arrampicare su, sino ad una via scoscesa ed a un certo punto regolata da un semaforo. A guidarci un nugolo di giovanotti aitanti, con delle casacche colorate, i quali si spacciavano per collaboratori dell’organizzazione che gestiva il parcheggio. Questi ci hanno indicato delle viuzze e lì ci hanno costretti a lasciare le nostre auto dopo aver dovuto versare, nelle loro mani e senza alcuna ricevuta, un compenso, da loro stessi stabilito, variante tra i 5 ed i 15 euro. Impossibile tornare indietro, sia per il loro metodo alquanto minaccioso, sia perché, nel frattempo, la stretta carreggiata, era tutta intasata da automezzi. Posteggiata l’auto, per raggiungere lo stadio, ci hanno indicato una via strettissima, contornata da abitazioni, più o meno fatiscenti, dall’interno delle quali sbucavano marmocchi e donne che vendevano bibite, carne arrosto e panini. Non finisce qui, infatti, ad un certo punto, siamo stati costretti a salire su un muretto, e da lì, incolonnati, dopo lungo cammino, abbiamo raggiunto il “San Filippo”. A fine concerto, ancor più pericoloso, visto il calare della sera, il ritorno. Giunti alle nostre auto e preso atto che i “parcheggiatori” si erano tutti dileguati, siamo rimasti intrappolati sino alle due del mattino, senza possibilità alcuna di riuscire a trovare una alternativa o di poter usufruire del soccorso delle Forze dell’Ordine. Questa mattina, infine, la notizia del ritrovamento, tra le viuzze limitrofe al Policlinico Universitario di Messina, del cadavere di un giovane di 28 anni, con ancora in tasca il biglietto, non vidimato, per assistere al concerto di Rossi: il ragazzo, con piccoli precedenti penali, è stato stroncato da una overdose. Insomma, crediamo di averla scampata bella e preferiamo mantenere fermi, nei nostri occhi e nelle nostre orecchie, il ricordo della magica musica di Vasco Rossi, 63enne ed intramontabile rocker modenese.