Le cooperative scrivono a Crocetta: "Nella lotta agli sprechi siamo al suo fianco, ma va rivisto l'articolo 61"

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Le cooperative scrivono a Crocetta: "Nella lotta agli sprechi siamo al suo fianco, ma va rivisto l'articolo 61"
AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNCI ed UNICOOP chiedono delucidazioni sulla vicenda dell’Ircac

18 Gennaio 2016 - 00:00

Le unioni cooperative AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNCI ed UNICOOP hanno scritto una lettera aperta al presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, per chiedergli delucidazioni sulla vicenda dell’Ircac, soprattutto sull’articolo 61. Ecco il testo integrale   “Caro Presidente, Conosciamo la Sua storia personale e politica che ha sempre manifestato grande attenzione e sensibilità verso il mondo del lavoro e delle imprese cooperative. Lei infatti conosce bene le cooperative e sa che sono, nella loro quasi totalità, piccole imprese che hanno tutelato il lavoro in Sicilia in questi anni di crisi. Dal 2008 al 2013 hanno infatti prodotto, unico settore economico in Sicilia, una crescita occupazionale del 7,1%. Per queste ragioni hanno destato in noi molto stupore le dichiarazioni che, dopo l'approvazione della legge finanziaria, abbiamo sentito in questi giorni sull'IRCAC e indirettamente sul movimento cooperativo e le sue associazioni di rappresentanza. Non è vero infatti che è stata condotta da noi una battaglia di retroguardia sull'IRCAC. E non è vero che si volevano difendere stipendifici. Sappia che nella lotta agli sprechi ed agli stipendifici Lei ci troverà sempre al Suo fianco. E del resto la norma sull'IRCAC proposta dal Governo ed approvata dall'ARS non riduce alcuno stipendio, sia esso giustamente o ingiustamente erogato. Anzi. Essa non fa altro che togliere risorse destinate ad investimenti (e quindi ad occupazione) nelle cooperative (25 milioni di euro!) e indirizzarli al mantenimento dei costi (inclusi gli stipendi) dei forestali. Intendiamoci, noi siamo ben consapevoli che questa è una scelta politica che Governo e Parlamento possono legittimamente fare. Però chiamiamola con il suo vero nome: non è la rivoluzione, è il mantenimento della logica assistenziale che tanto male ha fatto alla Sicilia negli anni passati! Lei, Presidente, ha una storia diversa, ha una storia fatta di lotta ai privilegi ed al sistema del malaffare, ha una storia che autorizza i siciliani ad aspettarsi segnali di forte discontinuità ed in controtendenza rispetto al passato. Noi La invitiamo allora calorosamente a spendere, con il coraggio che ha sempre mostrato, questa Sua storia personale in un disegno che sia rivoluzionario nei fatti, per dare una speranza ai tanti giovani che oggi stanno scappando dalla nostra regione. È di questo che secondo noi ha bisogno la Sicilia! Con questo stesso spirito La invitiamo a promuovere un serio e franco confronto con noi, a partire dall'IRCAC. Noi sull'IRCAC non abbiamo nulla da difendere se non i diritti delle cooperative siciliane a crescere in una condizione di libero mercato. Ed in quest'ottica non è vero che l'IRCAC non serve alle cooperative siciliane. Serve eccome. Le piccole imprese cooperative, quelle che hanno prodotto la crescita dell'occupazione di cui sopra, sono spesso sottocapitalizzate ed oggi, con la stretta del credito, la crisi di mercato ed i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione, hanno una particolare sofferenza finanziaria. L'IRCAC serve loro come è servito in 50 anni di attività che ha permesso l'accesso al credito a costo accessibile rispetto alla meno conveniente offerta bancaria. E per inciso: se l'IRCAC ha funzionato meno in questi ultimi anni non è certo per mancanza di domanda delle cooperative quanto per la scelta della Regione di Commissariare l'Istituto da ormai 8 anni e senza alcuna motivazione nonostante la diversa previsione di legge. Per questo ci auguriamo vivamente di poterci confrontare sull'argomento, perché abbiamo la seria preoccupazione che Lei venga male informato. Che ci siano intorno a Lei suggeritori che non Le rappresentano, in buona o malafede, la realtà dei fatti. E peraltro la lettura della relazione di accompagnamento alla legge finanziaria (sub articolo 31 nella vecchia formulazione oggi articolo 61) e del resoconto stenografico delle relative dichiarazioni in Aula, induce in noi il serio dubbio sul fatto che la norma in questione sia effettivamente dotata dell'indispensabile copertura finanziaria e che ciò induca il rischio di una nuova impugnativa del Commissario dello Stato con le stesse motivazioni con le quali è già intervenuto sull'argomento. Per questi motivi La invitiamo ancora una volta a confrontarsi con noi. Poi, se non la convinciamo, seguirà, com'è giusto, le Sue decisioni. Noi, Presidente, desideriamo come Lei il bene della Sicilia. E saremo accanto a chi intende perseguirlo attraverso la discontinuità con il passato ed un serio progetto di sviluppo”.

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