Carla va dalla maestra Alessia piangendo e le dice: “Maestra sono troppo emozionata”. “Piangi, Carla, piangi pure”, risponde la maestra abbracciandola. Reputo questa immagine il simbolo più bello di questo pomeriggio trascorso dai 17 bambini e bambine della 3 A della Direzione Didattica “Ettore Arculeo” di Palermo guidati dalla Maestra Alessia Misiti e dalla operatrice della comunicazione Rosalba Gullo, presso la casa-atelier del Maestro Giuseppe Lo Cicero in arte Madè. I bambini per circa due mesi hanno studiato “Educazione all’immagine” attraverso le opere dell’artista, le hanno commentato insieme, hanno disegnato le loro “opere” ispirati dai diversi lavori dell’artista quindi sono arrivati all’incontro molto preparati a tal punto che, considerandolo già come uno di famiglia, lo hanno sin da subito chiamato “Pippo”. È stato un bel vedere quel grande maestro vissuto entrare subito in sintonia con loro, quel suo rispondere alle domande incalzanti dei bimbi con un lessico adatto a loro chiaro e trasparente, quel suo a volte abbracciarseli oppure quel suo baciarseli come a coprire le sue forti emozioni. Spesso la sua voce si interrompe. L’accoglienza nel salotto di casa, le cui pareti sono “tappezzate” di suoi quadri (tra i quali spicca quello dedicato al suo maestro Renato Guttuso) è stata spettacolare. I bambini e le maestre seduti sui divani a formare un quadrato, al centro un tavolo con dei biscotti e delle bibite portate con grande amore dalla signora Savoia, affettuosissima moglie di Madè e lui al centro a rispondere a domande alcune semplici, alcune davvero molto pertinenti. La classe ha regalato al maestro un quadro-puzzle disegnato da loro stessi dove il personaggio più ricorrente è stato, ovviamente, Pinocchio, ma al centro primeggia un ritratto di un Madè direi molto somigliante. Poi tutti al piano superiore all’atelier-studio, la stanza dai bambini chiamata “magica” dove il maestro, rimane solo con sè stesso e crea dal nulla la sua opera d’arte, la stanza in pratica che ogni bambino vorrebbe nella sua casa. E nel vedere quei tubetti di tempere, quelle boccette di acquerelli, quei quadri alcuni già terminati altri ancora da finire una bellissima immagine guardare quei fanciulli guadare con occhi sgranati, ad ammirare con le bocche aperte, a girare il loro corpo con espressioni stranite, a lasciarsi andare ad esclamazioni fantasiose. Sono stati felici: hanno varcato insieme all’artista la soglia dell’infinito ed hanno violato il suo mondo grazie alla gioia di averli avuti lì, con lui. Il pomeriggio si è concluso con il dono della signora Savoia e della figlia Giuseppina ai bambini con la consegna ad ognuno di in un sacchetto natalizio contenente dei bon bon di ogni genere, matite, temperini e colori, una maglietta fatta per la ricorrenza della mostra di “Pinocchio: un naso lungo 120 anni” e la splendida presentazione cartacea di questa mostra a cui ha posto la sua firma con dedica per ogni bambino. Un pomeriggio indimenticabile per gli alunni della 3A dell’Arculeo di Palermo che al saluto di “arrivederci Pippo” hanno fatto sicuramente la più bella lezione di quest’anno scolastico. (L’articolo è dello scrittore Gino Pantaleone)