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La storia del Giro di Sicilia. Il declino di Florio

(Per gentile concessione di dirittinegati.ue) Rosa – Morandi con la loro OM 665 S si aggiudicano anche il Giro di Sicilia del 1930, al secondo posto l'equipaggio palermitano Gasparin – Arcangeli, terzi i concittadini Magistri – Guidotti entrambi su Alfa Romeo 6C 1750 S.La gara fu funestata dall'incidente nel quale perse la vita il Barone Amedeo Sillitti che, coadiuvato dalla moglie, si capovolse nell'affrontare una curva a forte velocità con la sua potente, ma poco agile, Bugatti.Nel 1931 per la settima edizione del "Giro Automobilistico di Sicilia" presero il via 36 vetture. Per la terza volta consecutiva, taglia il traguardo vittorioso l'equipaggio Rosa – Morandi, con la fida OM. Dietro Gazzabini – Cantone, terzo, ancora una volta, Costantino Magistri e la sua Alfa Romeo.Il declino dell'impero industriale della famiglia e la conseguente crisi economica, costrinsero Vincenzo Florio a concentrare le proprie ambizioni sportive sulla dispendiosa ed impegnativa "Targa Florio".Il "Giro Automobilistico di Sicilia" sembrò quindi defunto! In effetti si era solo assopito ed attendeva tempi migliori per risorgere, infatti, giovani e inquieti rampolli della Palermo gattopardiana, tra i quali Raimondo Lanza di Trabia – nipote di Vincenzo Florio, il marchese Carlo Pottino, il barone Mimì Tramontana, il conte Giuseppe de Sarzana, il barone Luigi Bordonaro, i baroni Fernando e Mario Cammarata, il barone Antonio Pucci ed il giovane barone Stefano La Motta, coadiuvati dai più anziani Beppe Albanese e Giovanni Federico, furono autori della rinascita.Bisognava superare l'ostacolo configurato dagli uomini politici, componenti l'appena costituito Governo Regionale Siciliano.Il Presidente della Regione era Giuseppe Alessi al quale chiese incontro la delegazione del C.S.M.S. (Comitato Sportivo Motoristico Siciliano) nelle persone del cavaliere Vincenzo Florio, del barone Stefano La Motta e del principe Raimondo Lanza di Trabia.Si recarono a Palazzo d'Orleans, riuscendo nel loro nobile intento di convincere il Presidente Alessi, della necessità e dell'importanza che l'immagine del "Giro Automobilistico di Sicilia" avrebbe dato della Sicilia nel mondo.A questo punto le Amministrazioni Comunali, incentivate dagli Assessorati Regionali, accorsero con entusiasmo l'idea ed iniziarono un frettoloso rifacimento delle strade.Il 3 aprile 1948, il "Giro" riparte ed al suo nome viene abbinato quello della "Targa Florio".Settantasette gli equipaggi al via. Vincono Trobetskoi – Biondetti su Ferrai 166 S che precedono la Cisitalia 202 di Taruffi – Rebbia.In gara anche il barone Stefano La Motta con il fido meccanico Gino Alterio. Si classificheranno al nono posto, con la Cisitalia 202.Nella classe "Gran Turismo" oltre 1500 cc, vince il conte Giovanni Lurani destinato a divenire uno dei maggiori scrittori di automobilismo sportivo.La nona edizione del "Giro" se l'aggiudicò la coppia Biondetti – Benedetti su Ferrari 166 S che, in quel marzo 1949, precedettero sul traguardo l'Alfa Romeo 6C 2500 competizone di Roll – Richiero e l'equipaggio Rocco – Prete su AMP.L'edizione del 2 aprile 1950, la decima per l'esattezza, se l'aggiudicarono i fratelli Bornigia su Alfa Romeo 2500 6C, seguiti dalla Ferrari 166 inter di Bernabei – Pacini e dalla Ferrari 166 MM di La Motta – Alterio.Di rilievo all'ottavo posto assoluto dell'equipaggio siciliano composto da Ciccio Faraco e Rosario Montalbano, a bordo della piccola Cisitalia 202 SMM di appena 1100 cc. di proprietà del barone Antonio Pucci.Dietro a Faraco, Luigi Musso con la Ferrari 166 S e Palmieri su Maserati A6 GCS.Nel 1951, il "Giro Automobilistico di Sicilia" non ingloba più la "Targa Florio" che si sarebbe disputata nel successivo mese di Maggio, vide ben 170 vetture alla partenza.In quel nefasto 1 Aprile, vinse Vincenzo Marzotto su Ferrari 212 export denominata "carrettino siciliano" per la particolare livrea, al secondo posto la Ferrari della "volpe grigia" Piero Taruffi, al terzo la piccola Stanguellini di Sighinolfi.Il risultato sportivo passò in secondo piano per la tragedia che segnò la morte di Stefano La Motta e Ciccio Faraco, i quali all'ingresso dell'abitato di Priolo Gargallo (Sr) si schiantarono sul muro di una casa.Tratteremo l'argomento in un prossimo articolo, dal momento che le ipotesi sull'incidente sono state svariate ma mai del tutto chiarite.Nel 1952, la dodicesima edizione se l'aggiudica la Lancia Aurelia B20 di Bonetto – Volpini che precede una identica vettura pilotata da Valenzano – Giletti. (continua) Leggi la prima puntata della storia del Giro di Sicilia in questo articolo Nella foto, Francesco Faraco festeggiato dalla folla del "Foro Italico" all'arrivo del "Giro Automobilistico di Sicilia" 1950.

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