Da decenni si parla di “Ponte sullo Stretto”. Ha alimentato ed acceso i toni dei più recenti dibattiti politici. Ma il Ponte esisteva già 20.000 anni fa. Una scoperta che ha dell’incredibile quella avvenuta nella grotta di San Teodoro di Sicilia. All’interno sono stati ritrovati i resti di un uomo ed un cavallo, possibile testimonianza di un attraversamento di quelle che allora erano terre emerse. La scoperta e le ricerche sono state condotte per due anni, da Fabrizio Antonioli, geomorfologo marino dell'Enea, che ha coordinato un gruppo di specialisti non solo italiani (dall'università La Sapienza di Roma, Federico II e Cnr di Napoli, università di Palermo, Messina, Trieste), ma anche internazionali (Australian National University di Canberra in Australia e Max Planck Institute di Lipsia in Germania). In pratica, tra la Sicilia e la Calabria esisteva un ponte naturale, un passaggio che è stato ribattezzato "Sella" ed oggi sommerso a 81 metri di profondità, che potrebbe essere stato sfruttato per circa 1.500 anni dall'homo sapiens, che per giungere all'isola mediterranea non avrebbe avuto altri mezzi, dal momento che nell'attuale Stretto di Messina la forza delle correnti marine era circa 4 volte superiore a quella odierna, toccando i 16 nodi. Una velocità che rendeva praticamente impossibile la navigazione ai natanti di quel tempo.
Sicilia by Italpress
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