Ecco il testo della lettera che il sindaco di Palermo Leoluca orlando ha inviato al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, raccontando la storia di Norman (che in realtà il presidente consoce benissimo) e chiedendogli di istituire ufficialmente, il 13 settembre, una giornata dedicata al merito universitario. "Norman Zarcone era un brillante dottorando di ricerca in Filosofia del Linguaggio dell’Ateneo di Palermo, il quale a un certo punto della sua giovane vita ha inteso gridare il suo disagio con un gesto eclatante e lacerante, che ha scosso la nostra comunità cittadina e l’opinione pubblica, suicidandosi il 13 settembre del 2010. Norman, si diceva, ventisette anni, al terzo e ultimo anno del dottorato di ricerca in Filosofia del Linguaggio (senza borsa), laureatosi con 110 e lode in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione, specializzatosi con 110 e lode in Filosofia e Storia delle Idee, ha deciso di protestare contro la mortificazione del merito. Norman ha gridato il suo “no” viscerale, sordo, sofferto, tormentato (malauguratamente, a suo modo di vedere, anche catartico) a questo sistema nel modo più sensazionale e, purtroppo, consapevole, lancinante, lanciandosi dal settimo piano della sua stessa Facoltà, per rendere il suo gesto ancor più simbolico ed esplosivo. Il padre del giovane dottorando, Claudio, usa parole davvero forti, che non possono non colpire l’animo di chi le ascolta: «Avverto ancora l’odore del suo sangue sull’asfalto – dice – immagino la sua materia cerebrale sul pavimento e vengo devastato dalle immagini del suo corpo spiaccicato al suolo. Non me lo hanno neanche fatto vedere. Ho visto solo la sua bara chiusa e lo immaginavo là dentro, fatto a brandelli da un sistema feudale che è forte, potente, artefice di accordi, sotterfugi e rifiuto della dignità umana». Norman aveva tanta dignità e d’estate faceva il bagnino in un circolo nautico per venticinque euro al giorno, dodici ore al giorno (e non perché in famiglia ci fossero problemi oggettivi, ma solo per l’etica del lavoro, confidava al padre) poi, quando finiva di lavorare, studiava di notte. Norman non viveva disagio familiare o giovanile e non era depresso a detta degli amici e conoscenti, anzi, gli stessi lo chiamavano “Zuzzurellone” perché sapeva coniugare la solennità dei suoi studi (si occupava di Logica, Epistemologia e Meccanica quantistica) ad una concezione allegra e briosa della vita. Era anche musicista e due settimane prima di morire aveva composto la canzone “Un cielo senza stelle” (regolarmente incisa e registrata alla Siae), dedicata ai giudici Falcone e Borsellino. Egli ha inteso esprimere il suo dissenso in una forma estrema, maturata in rabbia incontenibile. La sua famiglia è distrutta, l’unico scopo di quel nucleo famigliare decapitato è quello di non far morire la memoria di un giovane studioso, altruista e impegnato su molti fronti Norman, infatti, era diventato anche giornalista e voleva dedicarsi alle inchieste di mafia in un quartiere difficile come quello di Brancaccio a Palermo. Lo stesso di don Pino Puglisi (ucciso dalla mafia), tant’è che, non casualmente, l’Ordine dei giornalisti di Sicilia ha deliberato l’assegnazione di due borse di studio annuali intitolate a Norman Zarcone. Il Comune di Palermo di recente ha deliberato l’intitolazione di una rotonda cittadina in memoria di Norman Zarcone. Lei, Onorevole Presidente Giorgio Napolitano, ha ricevuto in udienza privata mostrando un’umanità davvero esemplare – il padre e il nonno di Norman Zarcone, per conoscere direttamente la storia di un giovane studioso con merito, cui il merito è stato negato e che oggi è diventato un’icona di studenti e precari. Ritengo sarebbe un segnale di speranza e di futuro che dal dolore si potesse trarre la motivazione per istituire il 13 settembre in memoria di Norman Zarcone la Giornata del Merito Universitario. Sono certo che sarà colto il senso di questo appello e sono sin d’ora grato per l’attenzione".