OPERAZIONE "SOLO ANDATA" Circa 40 Carabinieri della Compagnia di Monreale supportati anche da un elicottero, da 2 unità cinofile del Nucleo di Palermo – Villagrazia, da militari della Compagnia di Piazza Verdi e dal Nucleo Radiomobile di Palermo, nel corso dell’operazione “Solo andata”, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo (Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e sostituto procuratore Diana Russo), hanno indagato 10 persone, ed eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 2 agli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa, concentrata in 9 mesi tra il dicembre 2011 ed il novembre 2012 e scaturita dall’esigenza di troncare alcuni dei canali di spaccio tra la provincia ed il capoluogo, ha permesso di, individuare vari pusher di cocaina, hashish e marijuana operanti nel quartiere Montegrappa – Santa Rosalia di Palermo nonché a Monreale e Pioppo; far luce su alcuni canali di approvvigionamento di stupefacenti tra Monreale, i suoi centri limitrofi ed il capoluogo nonché tra il capoluogo ed il resto dell’isola; trarre in arresto in flagranza del reato di spaccio 20 acquirenti di grosse partite di stupefacenti presumibilmente destinate allo spaccio in altre province siciliane, deferire in stato di libertà 19 persone e segnalarne 16 alla Prefettura quali assuntori, la maggior parte dei quali acquirenti di piccole quantità di stupefacenti dagli spacciatori indagati. L’INDAGINE Con l’obiettivo di reprimere il crescente fenomeno del consumo di droghe tra i più giovani, il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Monreale in coordinamento con la Stazione di San Giuseppe Jato e partendo da una serie di riscontri su piccoli consumatori di droghe leggere, operanti in quel comune dai militari dell’Arma locale in particolare nei giardini pubblici del piccolo centro urbano, si era prefisso lo scopo di individuare e troncare i canali di approvvigionamento insistenti tra l’area jatina e quella monrealese e palermitana. L’attività, una classica “scalata a catena” operata dagli investigatori del N.O.R.M. di Monreale, partendo dai giovanissimi acquirenti, si era poi concentrata su alcuni spacciatori di particolare rilievo operanti a Pioppo ed in particolare nella zona del villaggio Santa Rosalia di Palermo. LO SPACCIO A PALERMO Le indagini, condotte innanzitutto con metodi “tradizionali”, consistiti soprattutto in prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, svolti con l’ausilio di telecamere o macchine fotografiche e sostenute dal ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito, analogamente a quanto già emerso dalle recenti attività in materia di stupefacenti, di comprendere come Palermo sia ancora il supermarket della droga per tutte le limitrofe province siciliane. Sotto questo profilo determinante è stata l’attenzione che gli investigatori hanno concentrato sull’ “impresa familiare” Cottone (padre e figlio) ed Accardi (rispettivamente nipote e cugino dei due Cottone), i cui appartenenti sono risultati essere tutti impegnati in una frenetica attività di spaccio con clienti provenienti in particolar modo dall’Agrigentino e dal Messinese e con una serie importante di contatti in tutta l’isola. Agevolati dal loro domicilio, estremamente vicino all’Università, i Cottone avevano infatti fidelizzato una serie di clienti che, nonostante la fine della loro permanenza a Palermo con il termine degli studi, avevano abbandonato i libri ma non le “vecchie abitudini” , orientate a conservare gli stessi spacciatori di fiducia poiché ben noti per il rapporto qualità/prezzo del loro prodotto. La professionalità della ditta si manifestava nella volontà di soddisfare sempre e comunque il cliente, tanto che mai Ignazio Cottone, dai contatti registrati, ha negato a chi gli si rivolgeva una cessione di stupefacenti. La particolarità dell’indagine risiede, rispetto alla genesi ed al primo tratto della medesima, nell’individuazione di un importante polo di spaccio a Monreale: rifornitore privilegiato dei due Cottone è stato individuato in Migliaccio, grossista capace di soddisfare le impellenti e sempre pressanti necessità dei palermitani per il loro vastissimo giro d’affari. I loro rapporti nascono dalla comune origine nel medesimo quartiere e la sua stabile residenza a Monreale in via Aquino, zona peraltro anch’essa endemicamente afflitta da dinamiche di spaccio di stupefacenti e contigua all’altro polo nobile dello spaccio sito nel vicino quartiere Molara di Palermo. Nel corso dell’attività, che nel complesso ha consentito di sequestrare 1,7 kg. di hashish, 145 g. di marijuana e 18 g. di cocaina, ben 20 sono stati i soggetti tratti in arresto dai militari della Compagnia di Monreale, tutti provenienti dalla periferia di Palermo (10) e da vari centri delle province di Trapani (4), Agrigento (5) e Messina (1): moltissimi sono stati bloccati simulando controlli di routine sulla SS624 Palermo-Sciacca. 19 i deferiti in stato di libertà per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e 16 i segnalati alla Prefettura quali assuntori. Nel corso dell’operazione odierna peraltro sono giunti nuovi riscontri alle tesi investigative dalle perquisizioni eseguite contestualmente ai provvedimenti cautelari: infatti Giuseppe Agnello è stato tratto in arresto in flagranza del reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio perché, durante la perquisizione domiciliare operata presso la sua abitazione di Pioppo con l’ausilio di un’unità cinofila, i Carabinieri della frazione monrealese hanno trovato 6 dosi di hashish per complessivi 3 g. nascosti in un televisore portatile da 5 pollici. Inoltre Migliaccio ed Accardi sono stati trovati in possesso di modiche quantità dello stesso stupefacente e per questo nuovamente deferiti. OPERAZIONE “NUOVO MANDAMENTO 2” Contestualmente, il Nucleo Investigativo di Monreale ha dato esecuzione a 6 misure cautelari in carcere emesse dal Tribunale del riesame divenute definitive dopo che la Procura della Repubblica di Palermo aveva ricorso contro il rigetto parziale del GIP alla richiesta di ordinanza nei confronti di altrettante persone già detenute perché tratte in arresto nel corso dell’operazione Nuovo Mandamento dell’8/4/2013. Si tratta di: Salvatore Mulè, già reggente del mandamento di San Giuseppe Jato; Giuseppe Lo Voi, zio di Muleè e vice capo mandamento di San Giuseppe Jato; Francesco Vassalo, affiliato alla famiglia di Altofonte; Giuseppe Lombardo, già reggente della famiglia di Montelepre; Francesco Lo Cascio, affiliato alla famiglia di Camporeale; Giuseppe Libranti Lucido, affiliato alla famiglia di Monreale. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione e al traffico di sostanze stupefacenti, nonchè concorso nelle condotte illecite finalizzate alla produzione di cannabis indiana. LE INDAGINI L’operazione “Nuovo Mandamento 2” (che il 17/9/2013 aveva già consentito di trarre in arresto 8 tra vertici e gregari) è una costola dell’indagine di più ampia portata denominata convenzionalmente “Nuovo Mandamento”, che ha documentato la riorganizzazione territoriale di Cosa nostra nella parte occidentale della provincia di Palermo (con la creazione di una nuova sovrastruttura di coordinamento, individuata nell’area di Camporeale, dei due storici mandamenti mafiosi di “San Giuseppe Jato” e “Partinico”) e che ha portato, l’8/4/2013, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37 persone, tra capi e gregari (Procuratore aggiunto Maria Teresa Principato e Vittorio Teresi e sostituto procuratore Francesco Del Ben, Sergio Barbiera, Sergio Demontisi e Daniele Paci). In particolare, le indagini, avviate nel settembre 2011, hanno consentito di verificare come una delle fonti di reddito dell’associazione mafiosa investigata fosse la coltivazione di canapa indiana, finalizzata alla produzione e alla successiva immissione sul mercato di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, con il fine di provvedere al mantenimento dell’organizzazione criminale e, soprattutto, al sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie, come manifestazione del vincolo di solidarietà che lega gli affiliati; a riscontro dell’attività investigativa, individuare alcune piantagioni nell’entroterra della provincia di Palermo, specie nella valle del fiume Jato, con il contestuale arresto in flagranza di 3 persone deputate alla loro coltivazione; due luoghi di stoccaggio della sostanza stupefacente, pronta per essere immessa sul mercato locale, con l’arresto in flagranza di 8 custodi e il sequestro di circa 40 kg di marijuana già essiccata; denunciare a piede libero altre 13 persone, di cui 8 già detenute a seguito dell’operazione “Nuovo Mandamento” e nei confronti delle quali il GIP, pur evidenziando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, non ha ritenuto esistenti le esigenze cautelari. LE PIANTAGIONI A cavallo dell’estate 2012, le indagini evidenziavano come una delle fonti di reddito dell’associazione mafiosa investigata fosse la coltivazione di canapa indiana, finalizzata alla produzione ed alla successiva immissione sul mercato di ingenti quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana, con il fine di provvedere al mantenimento dell’organizzazione criminale e, in particolare, al sostentamento delle spese per i detenuti. Il monitoraggio degli indagati ha permesso di individuare tre piantagioni del citato stupefacente, tutte insistenti nell’area territoriale compresa tra San Giuseppe Jato e Camporeale, nonché di recuperare una grossa quantità di canapa indiana (circa 40 kg) già essiccata e pronta per essere posta in commercio, del valore commerciale al dettaglio di circa 500 mila euro. Nello specifico, il gruppo criminale investigato ha provveduto, quale prima attività del disegno criminoso, alla creazione di una piantagione di grandi dimensioni in contrada Argivocalotto di Monreale, composta da oltre 6.000 piante ed alla cui realizzazione hanno partecipato i maggiori esponenti delle famiglie mafiose. Successivamente, a causa del timore che la piantagione potesse essere individuata, provvedevano allo spostamento delle piante che costituivano la coltivazione e alla loro collocazione in altre più piccole, di più difficile individuazione per le forze dell’ordine e di più facile gestione per l’organizzazione. L’attività d’indagine ha consentito l’individuazione di due di queste piantagioni dalle dimensioni più contenute, una sequestrata il 4.8.2012, in località Tagliavia (riconducibile direttamente al gruppo Lo Voi-Muleè) ed una in contrada Monte Petroso, agro di Camporeale, di cui è stata documentata l’esistenza solo in un momento successivo alla sua distruzione (riconducibile al gruppo capeggiato da Antonino Sciortino). La prosecuzione delle investigazioni si è rivelata nondimeno assai proficua e significativa per confermare l’unicità del disegno criminale dell’organizzazione e la riconducibilità ad essa della piantagione più grande di Argivocalotto. Infatti, in data 26.09.2012 e 09.10.2012, il Nucleo Investigativo di Monreale individuava due grossi quantitativi di stupefacente già stoccati e pronti per l’immissione sul mercato, custoditi in luoghi ritenuti sicuri e tutti riconducibili a personaggi di spicco della consorteria criminale: la masseria di Giuseppe Lo Voi e Salvatore Mulè, già indicata dagli indagati quale “sede centrale” del mandamento mafioso, ed un fabbricato rurale ubicato sempre in contrada Arcivocale, a poche centinaia di metri dall’azienda di Lo Voi e Mulè, roccaforte dell’organizzazione criminale. Operazione “Solo Andata” – GLI ARRESTATI Custodia in carcere Ignazio Cottone, classe ’82, nato e residente a Palermo; Salvatore Cottone, classe ’60, nato e residente a Palermo; Dario Accardi, classe ’60, nato e residente a Palermo; Carmelo Migliaccio, classe ’89, nato e residente a Palermo; Giuseppe Agnello, classe ’93, nato a Palermo, residente a Pioppo, frazione di Monreale; Arresti domiciliari Giuseppe Taormina, classe ’92, nato a Partinico, residente a San Cipirello; Gaspare Sorrentino, classe ’76, nato e residente a Palermo; Le risultanze delle due operazioni, sono state presentate nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la caserma dei carabinieri di Monreale, alla presenza del capitano Paolo Del Giacomo, del comandante Pierluigi Solazzo e del maggiore Mauro Carrozzo (tutti e tre nella foto MonrealePress)