Dopo un’articolata attività d’indagine, denominata “Letium 4”, nel corso della notte, la Polizia ha assestato un duro colpo al traffico di stupefacenti, destinati allo spaccio nelle piazze palermitane. L’indagine ha ricostruito l’asse criminale che intercorre, in questo caso, in materia di stupefacenti, tra “Camorra-Cosa Nostra”. Sono sette le misure cautelari, emesse dall’Ufficio Gip di Palermo, su richiesta della locale Dda ed eseguite da personale della Squadra Mobile di Palermo, diretta dal Rodolfo Ruperti. I destinatari dei provvedimenti sono i palermitani Vincenzo Ferro; Giuseppe Ferro; B.G.G; Francesco Scimone; Giovanni Alessi e i napoletani A.P. e Domenico Capuozzo. Con l’operazione antidroga della Squadra Mobile viene colpita una delle più floride rotte nazionali attraverso la quale lo stupefacente viene fatto viaggiare e giungere a destinazione: quella tra Napoli e Palermo, a conferma di quanto le rispettive organizzazioni criminali, anche attraverso lo stupefacente, rinsaldino i loro, tradizionali, “buoni” rapporti. Vendendo ed acquistando significative partite di droga, le due organizzazioni criminali, conquistano sempre maggiori “fette di mercato”, dimostrando così di essere, vicendevoli strumenti di accrescimento economico e criminale. I provvedimenti restrittivi hanno raggiunto i destinatari e sono stati loro notificati sui territori delle province di Palermo, Pisa, Pavia e Napoli. L’operazione “Letium 4”, risulta essere una importante costola delle precedenti operazioni di Polizia Giudiziaria, denominate “Letium 1 – 2 – 3” , già condotte dal personale della Sezione “Antidroga” della Squadra Mobile di Palermo. La scrupolosa attività investigativa ha avuto una durata complessiva di circa 3 anni ed è stata contraddistinta da ingenti sequestri: quasi cinque quintali di hashish e cocaina, per un giro d’affari stimato in cinque milioni circa di euro, provenienti dal territorio della provincia di Napoli. Lo stupefacente è stato sequestrato, in più riprese, tramite rinvenimenti che hanno portato in corso d’indagine, a svariati arresti in flagranza, di corrieri utilizzati dall’associazione criminale per il trasporto delle sostanze stupefacenti. L’indagine ha consentito, di smantellare l’intera organizzazione criminale, volta al traffico ed allo smercio di droga sul territorio siciliano ed ha anche permesso d’integrare verso gli indagati, capi d’accusa principalmente relativi all'associazione, finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti ed alla loro commercializzazione. A capo del versante palermitano dell’associazione criminale vi sono i pregiudicati Giovanni Alessi e Francesco Scimone, quest’ultimo figlio e fratello di due affiliati alla famiglia mafiosa di “Brancaccio” e lui stesso di fatto, inserito nell’organigramma della famiglia. Questi curavano l’approvvigionamento di droga con i referenti dell’organizzazione criminale napoletana, rappresentati, principalmente, da Domenico Capuozzo, noto pregiudicato vicino a clan camorristici, che rivestiva un ruolo cruciale nell’ambito dei rapporti coi compratori palermitani e P.A., suo “factotum”, che forniva assistenza nell’ambito di tutte le attività intraprese allo scopo di effettuare la vendita ed i trasporti in Sicilia della droga. Gli intermediari tra l’associazione palermitana ed i fornitori campani erano, invece, i fratelli Vincenzo Ferro, pregiudicato connesso al noto boss Alessandro D'Ambrogio, capo del mandamento mafioso di “Porta Nuova” e Giuseppe Ferro. Entrambi si occupavano della ricezione dei corrieri provenienti da Napoli e dell’occultamento e smistamento della droga. Questo, grazie anche all’importante collaborazione di G.G.B., unico insospettabile del gruppo, perchè impiegato in un ufficio di consulenza e quindi in condizione di stipulare contratti di affitto di box e magazzini senza che la cosa destasse alcun sospetto.