“Se mai vi è capitato di essere ossessionate da un uomo, forse vi è venuto il sospetto che alla radice della vostra ossessione non ci fosse l’amore, ma la paura; noi che amiamo in modo ossessivo siamo piene di paura: paura di restare sole, paura di non essere degne di amore e di considerazione, paura di essere ignorate, o abbandonate, o annichilite. Offriamo il nostro amore con la speranza assurda che l’uomo della nostra ossessione ci protegga dalle nostre paure; invece le paure e le ossessioni si approfondiscono, finché offrire amore nella speranza di essere ricambiate diventa la costante di tutta la nostra vita. E, poiché la nostra strategia non funziona, riproviamo, amiamo ancora di più. Amiamo troppo.” Così scriveva nel suo libro “Donne che amano troppo” la psicologa e autrice americana Robin Norwood. La dottoressa fa da apripista per una discussione che, mai come in questi anni, è divenuta sempre più viva e presente ovvero quello della dipendenza affettiva da una relazione e nella stragrande maggioranza dei casi dal proprio uomo. La cronaca porta alla ribalta ogni giorno storie di femminicidi. Ma questi sono solo la punta dell’iceberg perchè spesso l’omicidio scaturisce da anni e anni di violenze, fisiche e psicologiche, nei confronti di donne che spesso appaiono deboli e schiave dei loro carnefici. Il dato statistico su cui più bisogna riflettere riguarda la relazione tra vittima e carnefice in casi di violenza sulle donne. L’Istat ha rilevato che la violenza è opera: del marito nel 53% dei casi; dell’ex partner nel 18%; del convivente nel 10%; di uno sconosciuto nel 2%. Dunque appare evidente che tra mariti, ex fidanzati e conviventi ci troviamo con l’81% dei casi di violenza sulle donne ad opera di uomini con cui esse stesse hanno instaurato una qualche relazione intima contro il 2% dei casi in cui è opera di una persona sconosciuta. Questi dati ci portano a comprendere quanto la dinamica relazionale che si instaura in una coppia sia il perno fondamentale su cui si basano le successive violenze. Soprattutto ci portano a riflettere quando all’ennesima notizia di una donna barbaramente assassinata dal proprio uomo ci facciamo le domande “ma perchè lei non è scappata?”, “perchè quel giorno ha ritirato la denuncia?”, perchè all’ennesima telefonata di lui ha acconsentito ad incontrarlo?”.Il motivo principale nella moltitudine dei casi è che dietro queste donne si nasconde una vera e propria dipendenza affettiva. Nessuno di noi può definirsi totalmente indipendente dagli altri. Ognuno ha la sua forma di dipendenza dalle persone che ci stanno vicino, perchè abbiamo bisogno di approvazione sicurezza, conferme, empatia. Ma la dipendenza affettiva è una forma estrema patologica, in cui la persona non è in grado di prendere delle decisioni da sola, ha un comportamento sottomesso verso gli altri, ha sempre bisogno di rassicurazioni e non è in grado di funzionare bene senza qualcun altro che si prenda cura di lei. La dipendenza affettiva è caratterizzata da: Per continuare a leggere, cliccare sul link del blog Benesserci http://beneesserci.altervista.org/blog/violenza-sulle-donne-e-dipendenza-affettiva/