Il Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di Atanasio Ugo Leonforte, classe 55, di Ficarazzi, ritenuto responsabile di tentata estorsione. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale D.D.A.. L’attività di indagine svolta dalla DIA palermitana, coordinata dal Procuratore Aggiunto Vittorio Teresi e dal Sostituto procuratore Alessandro Picchi, nasce dalla denuncia di un imprenditore, amministratore di una società cooperativa, che gestisce una casa di riposo. Nello specifico è stato significativo il contributo dell’associazione antiracket “Addiopizzo” di Palermo che ha fornito un adeguato supporto morale alla vittima. Le articolate investigazioni, anche di natura tecnica, poste in essere dalla Dia hanno permesso di stigmatizzare le richieste di somme di denaro, a titolo di “pizzo”, fatte da Leonforte all’imprenditore in modo pressante, continuato e minaccioso. Leonforte, già sorvegliato speciale della PS, è ritenuto organico al mandamento mafioso di Bagheria, cui fanno parte le famiglie di Villabate, Ficarazzi, Casteldaccia ed Altavilla Milicia. Lo stesso è stato, più volte, tratto in arresto per associazione mafiosa, estorsioni e tentate estorsioni pluriaggravate e rapina. Il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere, dove Leonforte è detenuto dal giugno scorso, in quanto colpito da ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Palermo, per i reati di associazione mafiosa ed estorsione. “L’arresto compiuto dalla DIA di Palermo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia rappresenta la conferma di come nei paesi della provincia stia cambiando il clima – dicono da Addio Pizzo -. Pochi mesi fa l’imprenditore è entrato in contatto con Addiopizzo che l’ha accompagnato a denunciare presso gli uffici della DIA di San Lorenzo. Un’importante e concreta sinergia tra la Direzione Investigativa Antimafia e l’associazione antiracket di Palermo. Il percorso di denuncia ha visto coinvolto passo dopo passo l’associazione accanto alla vittima che oggi può proseguire, come oramai tanti altri imprenditori e commercianti di Bagheria, Ficarazzi e Altavilla, la sua attività in condizioni di normalità e serenità. Un cammino difficile che trova il suo tanto atteso epilogo di liberazione che coincide con la nuova e importante stagione che stanno attraversando molti operatori economici della provincia di Palermo. Vogliamo cogliere questa importante occasione per ribadire con forza l’appello a quanti vivono ancora oggi stretti dalle maglie del racket delle estorsioni affinché decidano di collaborare e denunciare. Addiopizzo, come fa da tempo, sarà pronta e disponibile a sostenere tutti i commercianti e gli imprenditori che compiranno questa scelta”.