Nell’ambito delle stesse indagini che nella giornata di oggi, con l’operazione “Alter Ego” hanno fatto scattare il sequestro di una distributore di benzina nei pressi di Cinisi, è stata smascherata una vera e propria organizzazione criminale dedita a “taroccare” i dispositivi di somministrazione delle colonnine degli impianti di carburante. Ciascuna pompa taroccata era in grado di erogare il 10% in meno di prodotto rispetto a quello indicato dal display. “Con questa accusa, e sulla scorta delle minuziose ed articolate indagini effettuate dai finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo – si legge nel comunicato della GdF diPalermo- il magistrato inquirente ha richiesto il rinvio a giudizio di 44 persone tra gestori di impianti, soci e dipendenti di alcune ditte che avrebbero dovuto curare la manutenzione degli impianti e scongiurare il pericolo di frodi a danno dei consumatori finali”. Le attività degli organi inquirenti avevano portato al sequestro, tra l’autunno 2009 e l’estate 2012, di 12 pompe di benzina tra le più note e frequentate in città risultate alterate con sofisticati congegni elettronici. Ai gestori, tutti denunciati, bastava accendere una lampada votiva, un telefonino o semplicemente inserire la spina di una radiolina per far si che il diabolico dispositivo entrasse in azione truffando l’ignaro cliente che pagava carburante in quantità nettamente superiore rispetto a quella ricevuta. Nella stessa indagine, era emerso addirittura che il sofisticato “taroccamento” era stato messo in atto anche all’interno dei depositi dell’AMIA. Grazie a questo espediente, quattro impiegati dell’azienda (anche questi indagati per corruzione) avrebbero – in cambio di denaro – registrato l’acquisto di carburanti in quantità superiore rispetto a quella effettivamente versata nelle cisterne dei depositi di via Ingham, Bellolampo e di Via Tasca Lanza. L’eccedenza, ovviamente, rimaneva nelle mani dei loro “compari” che la rivendevano in nero, ricavandone così un doppio guadagno.