Perlustata la seconda fossa granaria ritrovata in corso Garibaldi. Una costruzione sottoterra di grandissime dimensioni venuta alla luce, così come la fossa già esplorata facilmente con una scala, perché colma di detriti al fondo, poco sotto l’asfalto, dagli operai della ditta che sta effettuando i lavori di metanizzazione per conto di Gas natural. Si tratta di una fossa granaria poco distante dalla prima, ma molto più profonda e l’amministrazione ha predisposto un primo sopralluogo con gli speleologi del Cai. Le costruzioni, che secondo gli storici dovrebbero risalire al basso medioevo, quasi certamente sono locali utilizzati per il deposito di grano. Se la prima fossa è rivestita di mattoni di cotto, quest’altra è completamente differente: tutta scavata nella roccia, non rivestita ed al fondo (circa 10 metri) con una pavimentazione di lastroni di pietra. Nel corso del sopralluogo, al quale oltre agli speleologi ha partecipato un’archeologa, il dirigente dell’ufficio tecnico Simone Cusumano, ed il vicesindaco Gaspare Canzoneri, sono stati ritrovati anche dei cocci di oggetti (presumibilmente dei porta candele utilizzati per far luce all’interno dei granai) e delle grandi corna, non è chiaro di quale animale. “Il nostro primo obiettivo è la messa in sicurezza dei granai ritrovati – spiega il vicesindaco Gaspare Canzoneri -. È un fatto urgente poiché a breve partiranno i lavori di pavimentazione che interesseranno il corso dunque miriamo a salvaguardare l’importante ritrovamento ed a cercare gli altri. Il nostro fine, da concordare con la Soprintendenza, è quello di renderli visitabili”. Lo storico Vito Internicola, afferma che il primo documento che parla dei granai risale al 1284 e che dovrebbero essere sei. Un testo su Castellammare del 1909 di Diego Buccellato-Galatioto, segnalato da Internicola, indica chiaramente dove siano. E parla del fatto che “nel 1878, quando si fece l’acquedotto nel corso, vennero scoperti, vicino la chiesa del Purgatorio, due enormi granai”.Nel testo è spiegato anche che vennero ricoperti di terra e indica precisamente i luoghi dove si trovano gli altri.“Uno venne riempito di terra, un altro era tanto largo e profondo, che vi si dovette innalzare nel mezzo una muraglia –si legge nella monografia di Buccellato-Galatioto- . Due larghissimi si osservano ancora nel piano di Petrolo. Uno piccolo fu scoperto nella casa di proprietà del professore G.B.Grazia, in vicinanza delle scuole femminili ed un altro in via Arco, dietro la casa di Gervasi Giovanni. Molti altri se ne sono ritrovati e tutti riempiti di terra. Dove ora c'è il Palazzo D'Anna su piccoli archi v'era costruito una specie di ponte inclinato, che arrivava sino alla spiaggia”. (Per saperne di più, leggi l'articolo in questa pagina)