Offuscata da una profonda gelosia per la relazione extraconiugale del marito, aveva tentato di uccidere l’amante investendola a bordo di una autovettura. Una storia con un copione ben noto forse alle cronache rosa, che avrebbe però potuto finire in tragedia se la vittima, incinta, non fosse riuscita a mettersi fortunatamente in salvo evitando la collisione con il veicolo lanciato a fortissima velocità dalla moglie tradita. Il grave episodio, denunciato immediatamente dalla donna alla polizia, ha subito innescato una fine attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani, per trovare riscontri alle affermazioni della malcapitata. Per ricostruire compiutamente la dinamica dell’accaduto, sono stati sentiti dei testimoni ed effettuati accertamenti approfonditi sull’autovettura impiegata dalla donna. I frutti sperati non sono tardati ad arrivare: nel giro di pochi giorni, per scongiurare il pericolo di reiterazione del reato, il Tribunale di Trapani ha infatti emesso nei confronti di V.P., 46 anni, una ordinanza di sottoposizione alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato immediatamente eseguito, nelle prime ore del mattino, dagli uomini del Commissariato di Castellammare del Golfo, coordinati da Claudio Valenti. Nei prossimi giorni si svolgerà invece a Trapani l’interrogatorio di garanzia dell’arrestata. Il giudice ha peraltro imposto l’attivazione di procedure di controllo attraverso il cosiddetto “braccialetto elettronico”. Si tratta di una delle prime applicazioni della nuova normativa, che consentirà di monitorare con maggiore efficacia la condotta dei soggetti arrestati. In ipotesi di allontanamento infatti il localizzatore inserito nel braccialetto invia un alert alla sala operativa della Questura nonché alle pattuglie presenti sul territorio. “Evadere” dal luogo in cui si espia la pena sarà dunque più difficile, se non addirittura impossibile. Il brillante risultato investigativo rimarca l’attenzione della polizia per la repressione dei reati contro la persona, soprattutto se commessi nei confronti di appartenenti alle cosiddette “fasce deboli”. Un obiettivo su cui ha da sempre posto l’accento il Questore di Trapani, Carmine Esposito.