Ritrovate altre due fosse granarie in pieno centro storico. I primi due granai sono venuti alla luce ad ottobre, in corso Garibaldi, durante i lavori di metanizzazione del paese. Dopo il ritrovamento l’amministrazione comunale ha incaricato un geologo per verificare la presenza di eventuali altre cavità sotto l’asfalto. Grazie ad una indagine geoelettrica sono state ritrovate altre due fosse: sono tutte e due ad una distanza progressiva di circa undici metri, in asse con le prime due ritrovate. Hanno un diametro alla base di circa 10,50 metri, una profondità di circa 9 metri con una apertura superiore di circa 1.60 metri. Una fossa è integra e di agevole accesso, mentre l’altra ha parte della volta rovinata ed è completamente piena di terra e detriti. “Si tratta di ritrovamenti di grande importanza storica e culturale, che intendiamo valorizzare e tutelare – afferma il sindaco Nicolò Coppola -. Il dirigente del nostro ufficio tecnico ha seguito in dettaglio la messa in sicurezza delle prime due fosse ritrovate, che sono state recintate e al momento chiuse con un collare esterno, in modo da non permettere che vengano danneggiate. Lo stesso faremo con queste altre due ritrovate grazie alla predisposizione di indagini per verificare ulteriori presenze di fosse nella zona. Continueremo i sondaggi del terreno, ma è nostra intenzione prevedere, concordandola con la soprintendenza, una riqualificazione urbana della zona che consenta una futura fruizione degli splendidi granai. Grazie agli speleologi del Cai è stato possibile entrare nelle fosse per dei primi sopralluoghi e sono davvero ben fatte. Esempi di architettura solida funzionale». Le antiche fosse granarie furono utilizzate presumibilmente fino al 1800, ma la datazione sulla loro costruzione è incerta: dovrebbero risalire ad un epoca che va dal 1300 al 1500. Nessun dubbio però, secondo gli esperti che le hanno ispezionate, che si tratti di locali adibiti alla conservazione e deposito di grano. “I granai, ai quali si accede da un’imboccatura cilindrica, si trovano uno poco distante dall’altro –spiega il dirigente dell’ufficio tecnico Simone Cusumano -. Il primo granaio rinvenuto è cavato nella pietra e rivestito di mattoni di cotto allineati, la seconda e la terza costruzione rinvenuta sottoterra, risultano scavate nella roccia e si trovano allo stato grezzo. La base di forma circolare di circa 80 mq presenta una pavimentazione di basole in pietra, con pendenza verso il centro della circonferenza». Nelle costruzioni, che dovrebbero risalire al basso medioevo, sono stati ritrovati anche dei cocci. Un testo storico su Castellammare, risalente ai primi del novecento, indica la localizzazione dei granai ed anche il fatto che alcuni furono riempiti di terra alla fine del 1800.