I caschi bianchi di Carini, coordinati dal comandante del corpo, Marco venuti, nell'ambito dell'azione di prevenzione e repressione dei reati ambientali disposta dal sindaco Giovì Monteleone e dall'assessore alla Polizia Municipale, Franco Candela, hanno scoperto un cumulo di rifiuti pericolosi dispersi per terra sulla strada pubblica. Oltre a documenti cartacei sono state trovate siringhe, provette con sangue all'interno, bisturi chirungici con tracce ematiche e flaconi e fiale contenenti materiale vario. I rifiuti sono stati sottoposti a "sequestro probatorio d'iniziativa" e sui fatti è stata informata la Procura della Repubblica di Palermo. "Sono già in corso – dice il comandante venuti – le indagini per risalire a questo episodio di una gravità inaudita, se si pensa che a pochi metri dal luogo dove sono stati trovati i rifiuti c'è una scuola. Ringrazio gli agenti per lo zelo dimostrato che ha consentito di eliminare questa fonte di rischio per la salute pubblica. I documenti ritrovati – continua Venuti – taluni appartenenti ad uffici pubblici, consentono peraltro di essere fiduciosi sul fatto che si potrà risalire ai responsabili di questo vero e proprio ecocrimine". Pesanti le sanzioni in cui andranno incontro i responsabili, la legge infatti, prevede per i reati sanitari, stante la pericolosità degli stessi, la pena dell'arresto da sei mesi a due anni.