È passato meno di un mese dall’ultimo sequestro di 250 piante di cannabis indica operato dai Carabinieri della Compagnia di Carini. In quella occasione fu inferto un duro colpo al fiorente mercato dello stupefacente in questa porzione della provincia di Palermo (la droga sequestrata avrebbe fruttato un illecito guadagno pari a circa 500 mila euro), ma i “coltivatori” riuscirono a sottrarsi alla cattura. Oggi una nuova operazione antidroga, tesa al contrasto delle produzioni di piantagioni illegali condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile unitamente ai colleghi della Stazione di Villagrazia, ha consentito di individuare altre due coltivazioni di dimensioni più ridotte (una cinquantina di piante in totale), ma questa stavolta i proprietari sono stati colti in flagranza e tratti in arresto. Il primo a cadere nelle maglie della giustizia è stato Antonino Conigliaro, nato a Carini, classe 1979, di professione giardiniere, arrestato dai Carabinieri della Stazione di Villagrazia che lo hanno sorpreso a vigilare la piantagione realizzata nel giardino di casa, (le piante erano ormai praticamente cresciute e pronte per la raccolta, avendo raggiunto l’altezza di circa 2 metri), ben occultate tra altri arbusti di vegetazione. Il secondo arresto, è stato eseguito nei confronti di Benedetto Lo Re, nato Palermo, classe 1973, residente a Carini, nullafacente. Quest’ultimo in particolare, è stato trovato dai Carabinieri del Nucleo Operativo, mentre era impegnato nel proprio certosino lavoro, intento a separare i fiori dalle parte inutilizzabili delle piante. Nel proprio giardino aveva allestito un vero e proprio centro di raccolta e lavorazione della marijuana. Vi era allestito anche un box con le pareti interne foderate di alluminio e con lampade termiche ideali per continuare la coltivazione anche durante la stagione invernale. Oltre alla decina di piante rinvenute nel giardino, all’esito di una minuziosa perquisizione i Carabinieri hanno rinvenuto ulteriori 3 kg di marijuana già lavorata, pronta per essere spacciata sul mercato illegale, che avrebbe potuto fruttare un illecito guadagno paria a circa 30 mila euro. Entrambe le piantagioni, realizzate nei giardini annessi alle proprie abitazioni, che venivano irrigate con tubi in gomma a mano, sono state interamente estirpane per la successiva distruzione a mezzo fuoco e campionatura ed analisi di laboratorio a cura di personale specializzato del L.A.S.S. Carabinieri di Palermo, al fine di accertare l’esatto principio attivo delle stesse. I due abili produttori, sono stati così tratti in arresto con l’accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio del tipo cannabis indica, pertanto, su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, che ha coordinato le indagini sono stati associati presso la Casa Circondariale “Ucciardone” di Palermo.