Berlino, 25 anni dalla caduta del muro, una scia luminosa per non dimenticare

Simone Marchese

Dall'Italia e dal Mondo

Berlino, 25 anni dalla caduta del muro, una scia luminosa per non dimenticare
Ancora ignota ad oggi l'identità di chi diede ordine alle truppe di ritirarsi

18 Gennaio 2016 - 00:00

“L’inverno è alle porte, a costo della vita questa notte salteremo quel maledetto muro….” Per quasi 30 anni ha diviso non solo una popolazione, una città, uno stato, ma un intero mondo. Il muro di Berlino è stato il simbolo più crudele della guerra fredda fra le super potenze americane da un lato e russe dall’altro. Alla fine della seconda guerra mondiale l’intera Germania veniva divisa dalle potenze vincitrici. È il 1945, la Russia comincia immediatamente a ricostruire la “sua” parte secondo i loro piani e standard. Durante la guerra aveva pagato il prezzo più alto di vittime e per questo Stalin si sentì in dovere di appropriarsi di ingenti materie prime e grandi fabbriche che furono trasferite in Russia; il liberatori dal nazismo acquisirono un altro aspetto agli occhi della popolazione. D’altro canto sul lato opposto gli americani intrapresero una politica totalmente diversa; quelli che erano stati per anni nemici, di colpo divennero amici. Moltissimi aiuti per la popolazione cominciarono ad arrivare nella nazione teatro della guerra fredda seguiti da potenti investimenti economici, viveri, medicine e quant’altro. Insomma il benessere occidentale stava mettendo le proprie radici a discapito del comunismo sovietico. Un conseguente dissanguamento di popolazione che nella speranza di un futuro migliore, iniziò a trasferirsi verso ovest, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Moltissimi letterati, laureati, professionisti abbandonarono la DDR( Repubblica Democratica dell’Est) per spostarsi verso la BDR(Repubblica Federale dell’Ovest) che in brave tempo divenne nuovamente una potenza mondiale grazie all’appoggio decisivo fornito dalle nazioni alleate. Così nelle prime ore del 13 agosto 1949 la DDR iniziò la costruzione del muro, in modo da fermare la fuga verso Ovest, davanti gli occhi esterrefatti degli abitanti venivano chiusi tutti i collegamenti. Molti si ritrovarono a perdere il proprio lavoro, poiché dall’altra parte, o rinunciare agli studi o separarsi dagli affetti familiari. Due muri vennero eretti, all’interno di essi venne istituita la cosiddetta “Striscia della Morte”: uno spazio di circa 10 metri sorvegliato a vista dalle guardie della DDR con ordine di sparare a vista a chiunque avesse solamente provato ad attraversarlo, ma non solo, mine anti uomo e dispositivi automatici in grado di sparare a tutto ciò si muovesse all’interno della striscia vennero installati dal governo della DDR. In questa maniera venne fermato il dissanguamento del territorio sovietico diventando immediatamente il più ricco stato dell’est Europa, ricchezza relativamente inesistente rispetto alla parte ovest della città dove il capitalismo occidentale non aveva portato altro che benessere. Ad oggi sono state circa 200 le persone uccise per aver solamente provato ad attraversare il muro, ma a detta dei testimoni, se ne contano molti di più. Sono i tempi della terribile guerra fredda, l’esempio per antonomasia della cortina di ferro. Nella completa rassegnazione di una popolazione già provata da un governo nazista prima e da un duro conflitto mondiale in seguito, si dovrà aspettare l’inizio degli anni ’80 per sperare in alcuni risvolti. Decisivo, infatti, l’intervento del presidente Michail Gorbaciov che in alcune riforme lasciò liberi gli stati confinanti a patto che non si intromettessero nelle questioni interne. E mentre lasciare la Germania dell’ Est equivaleva ancora al suicidio nell’estate dell ’89 la gente trovò una nuova via di fuga attraverso le ambasciate della Germania federale di Praga, Varsavia e Budapest. Il flusso di popolazione proveniente dall’Est cominciò ad aumentare e direttamente proporzionale fu l’aumento di protesta all’interno della DDR; ogni lunedì si riunivano a Lipsia per manifestare contro il governo ed ogni volta decine di migliaia si univano alle preteste. A Seguito di ulteriore riforma, la percezione del popolo fu netta: “quel muro deve essere abbattuto!” e nella sera del 9 novembre migliaia di persone si riunirono sotto al muro da entrambi i lati ancora sorvegliato dalle guardie. Nell’incredibile ed ormai storica confusione qualcuno, ed ancora ad oggi non si sa chi, dette l’ordine di ritirare le truppe e tra lacrime ed abbracci cominciarono a scavalcare il muro. Dopo 29 anni poterono rincontrarsi due popolazioni divise dagli eventi. Successivamente la DDR venne auto sciolta l’unione non fu semplice anche dopo la caduta del muro, ma la Germania dell’ Est venne totalmente annessa alla Repubblica Federale. Oggi si ricorda il 25esimo anniversario della caduta del muro, solo pochi resti sono stati lasciati come monumenti per non dimenticare un periodo storico che ha segnato la vita di migliaia di persone. Ottomila palloncini luminosi verranno piazzati in quella che è stata per quasi 30anni la Striscia della Morte.

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