Non ci stanno le associazioni dei familiari di ragazzi con handicap a vedere leso il loro diritto ad un'adeguata assistenza scolastica e pertanto decidono di scendere in campo e di far sentire la loro voce in merita alla decisione presa dal Segretariato generale della Giustizia Amministrativa che, adeguandosi alle disposizioni impartitegli dall'Agenzia delle Entrate, ha invitato le segreterie dei Tribunali amministrativi a richiedere, per le cause in materia di sostegno didattico, il contributo unificato in misura ordinaria (oggi 650 euro contro i 37 euro dei precedenti ricorsi in Sicilia). Da stamattina alle 9,30, i rappresentanti delle associazioni “Nuove Ali” di Agrigento, “Aurora onlus” di Palermo, “Angsa Sicilia” ed il “Comitato Autismo Parla”, si trovano davanti la Prefettura in via Cavour. “A partire dal mese di settembre 2013, successivamente, dunque, alla presentazione di tale interpellanza, il Tar Palermo non si è limitato a richiedere un contributo unificato pari a 650 euro per i nuovi ricorsi (relativi all’anno scolastico 2013 – 2014) – dichiara Giovanna Librici, vicepresidente dell’Associazione Nuove Ali di Agrigento -, ma ha addirittura iniziato a notificare ai genitori, che, nei precedenti anni scolastici hanno presentato un ricorso per il riconoscimento del diritto all’assegnazione di un insegnante di sostegno con il rapporto 1/1 ai propri figli, una richiesta di pagamento entro 30 giorni di una somma pari a 567 euro ossia la differenza tra quanto pagato a titolo di contributo unificato al momento del deposito del ricorso (37 euro)”. “I genitori dovrebbero pagare subito delle somme nonostante il reale debitore sia il Ministero dell’Istruzione e richiedere a quest’ultimo il rimborso delle somme, una situazione praticamente insostenibile per le famiglie – afferma Ivana Calabrese, presidente dell'associazione Aurora onlus di Palermo – per non contare che, in caso di mancato pagamento nei termini, potrebbero essere applicate anche sanzioni sino al 200%. Ad oggi sono arrivati avvisi a circa 150 persone e ne arriveranno a breve almeno ad altre 200, ma dove troveranno i soldi le famiglie”? Si tratta chiaramente di una situazione paradossale. Si chiede, infatti, a dei soggetti che hanno già subito una lesione dei propri diritti che sono dovuti ricorrere al Giudice per il riconoscimento dei diritti stessi, di pagare delle somme, salvo poi poterne ottenere a distanza di mesi il rimborso, e ciò nonostante lo Stato stesso sia loro debitore da mesi per il pagamento di somme liquidate dal giudice per la lesione dei loro diritti (spese di giudizio e risarcimento del danno). Le quattro associazioni hanno firmato un documento e chiedono che vengano tempestivamente adottate misure idonee ad assicurare agli alunni disabili l'assegnazione di un numero adeguato di ore di sostegno ed a garantire la possibilità per le famiglie con soggetti disabili di rivolgersi, nel caso di lesione dei propri diritti, ai Tribunali Amministrativi senza dovere sostenere gravosissimi costi.