Roberto Terzo non saluta definitivamente l'Ato. Rimarrà all'interno della società con il ruolo di liquidatore. In attesa dell'arrivo delle nuove società, le SRR, che formeranno gli ARO. Terzo, però, spiega che al momento la situazione non migliorerebbe di certo. Scoprite il perchè in questa lunga chiacchierata che l'avvocato ha fatto con il direttore di MonrealePress Dottor Terzo, è arrivato un nuovo commissario (Maurizio Norrito, ndr), cosa ci fa ancora qui? “(Sorride). In realtà rimango al mio posto, con la carica di commissario liquidatore”. Era necessaria questa nomina di Norrito? “Il livello di confusione in questo momento è molto alto”. Eppure lei era diventato commissario unico, una figura un po’ atipica. “Non esiste da nessuna parte la mia figura. Adesso dovrò occuparmi delle procedure di liquidazione entro gennaio 2014”. In che condizioni lascia l’Ato? “Lascio una società in questo momento con una sostanziale situazione di pareggio, anche se manca l’approvazione definitiva di vari bilanci (l’ultimo approvato nel 2009, ndr). Abbiamo convocato varie assemblee per l’approvazione dei documenti economici, ma i sindaci non sono mai compatti. Questo probabilmente perché fin da subito non si è creato un criterio unico di ripartizione dei costi. Il fallimento di queste società comincia da qui. Era giusto far finire tutto e ricominciare da zero”. Ora cosa succederà? “Il nuovo commissario avrà il compito di traghettare l’Ato nelle more delle SRR, (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti). Dovrà dotarsi di un management che poi gestirà i nuovi Ato, che si chiameranno ARO, Ambiti raccolta territoriali, in mano a singoli comuni, come nel caso di Monreale, oppure a più comuni consorziati. Un lavoro che dovrà completare entro il 15 gennaio. Se ce la farà? Spero si sì” Ma in pratica non cambia niente? “Cambierà solo la forma di gestione. Oggi c’è la cosiddetta gestione in “house”, ossia il Comune ha affidato all’Ato l’intera gestione dei servizi per la raccolta dei rifiuti senza affidamento a terzi. Gli Aro sono il primo passo per la gestione diretta”. Non c’è molta chiarezza, insomma? “Non ci sono soluzioni tecniche per capire quello che succederà” La situazione, poi, oggi sembra al collasso. “Sì, è vero. Perché il nuovo commissario dovrà affrontare un’altra emergenza economica. Con i dipendenti senza stipendio da due mesi, con molti fornitori che reclamano i loro crediti. E un grosso pignoramento da oltre due milioni di euro che ha bloccato le casse dei comuni. Siamo fermi insomma. Credo che in queste condizioni il servizio di raccolta si paralizzerà molto presto”. Ora la nuova società dovrà affrontare proprio il tema della situazione economica. Non crede che sia necessario un ridimensionamento del personale? “La SRR stabilirà se è necessario questo ridimensionamento. Credo che il problema, riguardi principalmente gli amministrativi. La vicenda delle assunzioni è ormai nota a tutti. Ci sono delle indagini e non tocca certo a me esprimermi. Nel 2005, però, bisogna sottolineare, che era possibile effettuare delle assunzioni senza un bando di evidenza pubblica. I giudizi se sia stato giusto o sbagliato li lascio esprimere ad altri”. Sono i sindaci i responsabili del fallimento degli Ato? Lei, una volta, disse che gli Ato erano stati concepiti come una macchina perfetta… “La base di tutto sta nella puntualità dei pagamenti. Se il Comune non paga perché Stato, Regione o chiunque non gli trasferisce i fondi, lo capisco. Ma se sceglie di non pagare volontariamente, in quel caso si sarebbero dovute attivare tutte le procedure necessarie per recuperare questi soldi e non creare questo buco mostruoso bei bilanci”. Ma qui a Monreale il costo del servizio è stato tagliato di circa 2 milioni di euro. Allora costava troppo? “No, la gente non sa quali e quanti sacrifici sono stati necessari per far calare questo costo. Innanzitutto i limiti al servizio notturno, che viene effettuato solo nel centro storico. È stata tagliata la raccolta domenicale. Il problema è che la gente non le sa queste cose. E, magari, per decoro urbano, dovrebbe evitare di gettare i propri rifiuti la domenica o i festivi”. La differenziata potrebbe essere una soluzione? “È la soluzione. I numeri sono confortanti, ma nemmeno vicini a quelli che sono gli obblighi di legge. Serve un metodo che “imponga” la differenziata a tutti. Mettendo più controllori ed utilizzando il “porta a porta”. Ma soprattutto multando chi “sgarra”. Il costo del servizio può anche superare quello attuale. Ma con una differenziata che raggiunga percentuali del 30/40 per cento i costi si recupererebbero con i rimborsi dei consorzi”. Di discarica se ne è mai parlato? “Altrochè. C’è il progetto per un punto di raccolta nei pressi di Camporeale. Ma la Regione non autorizza. Il problema è che così non si vogliono fare utili, ma solo perite. La discarica “nostra” sarebbe un modo per fare soldi ed evitare spese incredibili come il conferimento dei rifiuti a Catania, Messina o in altri posti con costi spaventosi”. È qui da oltre due anni, è soddisfatto? “Ho perso 20 anni in salute, affetti della mia famiglia e dei miei amici, clienti al mio studio legale, ma è stata un’esperienza importante. La rifarei? Io avevo ratificato le mie dimissioni dopo appena due settimane. Ma i soci non le hanno accettate. Significa che stavo facendo bene e che ho fatto bene”