Rosario Lo Cicero

Sport

18 Gennaio 2016 - 00:00

Per gentile concessione di dirittinegati.ue Avere il privilegio di colloquiare con Nino Vaccarrella, è sempre stato gratificante e di grande arricchimento personale. La prima volta che l'incontrai, avevo appena 10anni e subito rimasi affascinato dal suo modo semplice, simpatico e schietto, di porsi. Nessun atteggiamento da divo o da pilota arrivato. Sono passati ben 45anni e la nostra simpatica amicizia, prosegue. La sua disponibilità è commovente ed il suo intimo compiacimento nel raccontare le sue epiche gesta di "pilota siciliano, in giro per il mondo" con le casacche di Maserati, Ferrari ed Alfa Romeo, illuminano i suoi fieri occhi e fanno gioire chi, come me, di automobilismo sportivo, ha fatto un punto basilare della propria vita. Vaccarella, ci tiene molto a sottolinearlo, ha sempre portato oltre oceano, i valori di una Sicilia operosa, pura, sincera e sportivamente corretta. Non ha mai parlato di mafia, ma l'Antimafia l'ha fatta con i fatti e con l'immagine positiva che della nostra Terra ha dato nel mondo. Nino nasce a Palermo il 4 marzo del 1933, assiste ad alcune edizioni del "Giro Automobilistico di Sicilia" e della "Targa Florio" e la passione per la velocità, divampa irrefrenabile in lui. Nel 1956 si laurea in Giurisprudenza e contemporaneamente collabora, con il padre e la sorella Ada, nella gestione dell'Istituto Paritario "Oriani". Il fermo diniego da parte del genitore, gli impedisce d'intraprendere subito la carriera di pilota, ma, subito dopo la morte di questi, sale sulla Fiat 1100 e partecipa alla "Passo di Rigano – Bellolampo", piazzandosi al 5° posto nella sua classe. Nel 1957 e 1958, passa alla ben più performante Lancia Aurelia 2500, con la quale prende parte a diverse cronoscalate ed alla sua prima "Targa Florio", dove è però costretto al ritiro da noie meccaniche. La svolta arriva nel 1959, quando acquista la Sport Prototipo di 2000cc 4 cilindri, prodotta dalla Maserati: si aggiudica la "Valdesi – Santa Rosalia", la “Palermo – Monte Pellegrino”, il circuito di Pergusa, la "Catania – Etna", la “Trapani – Monte Erice” e la “Sassi – Superga”. Viene subito identificato dagli sportivi italiani, come "l'uomo nuovo che viene dal sud". Nel 1960 continua l'esperienza delle cronoscalate al volante della fida ed ottima Maserati, con la quale vince la Monte Erice, la “Bolzano – Mendola" e la Colli San Rizzo. Debutta quindi, al volante della Maserati della Scuderia americana Camoradi, alla "Targa Florio" in coppia con Umberto Maglioli. Non fu una partecipazione fortunata, infatti alla loro 2890 Birth-cage si fora il serbatoio del carburante, proprio durante il turno di guida di Nino, nel corso del quale aveva superato la Porsche di Bonnier e la Ferrari di Von Trips oltre che l'altra Porsche di Olivier Gendebien. È comunque una utilissima esperienza che lo porta a confrontarsi, senza paura e remora alcuna, contro i "mostri sacri" dell'automobilismo di allora. Nel 1961 la grande occasione gliela offre il Conte Volpi che gli mette a disposizione le sue Maserati, Ferrari e Porsche, con le quali Vaccarella partecipa alla 1.000 km del Nurburgring, alla 12 ore di Sebring, alla 24 ore di Le Mans ed alla 1.000 km di Monza. Sul circuito francese di Montlherey si classifica al 3° posto, dividendo la sua Ferrari 250 GT, con Louis Trintignan. Nello stesso anno, il debutto in F1 al gran premio di Vallelunga, dove si classifica al 3° posto al volante di una Cooper – Maserati. Nel 1962 la chiamata di Enzo Ferrari, alla quale, per il suo orgoglio siciliano, non può rispondere positivamente, avendo già firmato un contratto che lo lega alla Scuderia Serenissima. Partecipa al Gp di F1 di Pau e si piazza al 6° posto, alla guida della Lotus. Arriva anche il primo piazzamento di prestigio alla "Targa Florio", dove dividendo la Porsche con Jo Bonnier, si piazza al 3° posto assoluto. Nello stesso anno vince la sua classe e si piazza al 2° posto assoluto nella cronoscalata Ollon – Villars, si ritira alla 24 ore di Le Mans con la Ferrari 250 GTO che divideva con Giogio Scarlatti e si piazza al 9° posto nel Gp d'Italia a Monza. Nel 1963, è finalmente un pilota ufficiale della Ferrari, l'annata non fu esaltante ma alla 12 ore di Sebring arriva un bel 2° posto che in effetti doveva essere una strameritata vittoria da dividere con Willy Mairesse: purtroppo per loro, i cronometristi americani non si accorgono della prolungata fermata ai box dell'altra Ferrari di Surtees – Scarfiotti ed assegnano a questi la vittoria. Nello stesso anno giunge inatteso, un grave incidente alla 1.000 km del Nurburgring, nel quale riporta la frattura di un braccio, che ne pregiudica la stagione. Il 1964 è veramente esaltante: confermato alla Ferrari si classifica al 2° posto nella 12 ore di Sebring, vince la 1.000 km del Nurburgring e la 24 ore di Le Mans. Si classifica al 4° posto di classe alla 12 ore di Rems e vince, dopo una straordinaria cavalcata, la "Coppa Intereuropa" a Monza, al volante della Ferrari 250 LM della Scuderia Filippinetti. Nel 1965, il "Preside Volante", come lo chiamano gli allievi della sua Scuola, sempre come pilota ufficiale Ferrari, vince la prima "Targa Florio", dividendo la Ferrari P2 con l'indimenticato amico Lorenzo Bandini. Al Gp di Monza di F1, mentre occupava la 6^ posizione, è costretto al ritiro da noie meccaniche. Il 1966 fu un anno veramente grigio, molti furono i ritiri ed una sola simbolica vittoria al "Rally Jolly Hotels" al volante di una Alfa Romeo GTjr. Il 1967 fu una anno variegato ma pieno di soddisfazioni. Con la Ferrari, stette quasi per vincere la seconda "Targa Florio", ma un banale incidente nell'abitato di Collesano lo mise fuori gioco. Nel frattempo, la Scuderia "Brescia Corse" gli mise a disposizione la bellissima Ford GT40 con la quale trionfò a Pergusa e con la quale si piazzò al 3° posto assoluto alla 1.000 Km di Zeltweg in coppia con Umberto Maglioli. Nello stesso 1968 si classifica al 4° posto nella 1.000 km di Monza dividendo la bella Ferrari P3 con il tedesco Herberth Muller e 2° assoluto con la piccola Ferrari – Dino 2000cc alla Trapani – Erice. Nel 1968 sposa e porta avanti il progetto "Alfa 33", con la quale si ritira alla "Targa Florio", mentre era in testa con oltre 13 minuti di vantaggio sull'altra Alfa di Vic Elford. Nel 1969 è ancora pilota della Scuderia del biscione, ma l'annata è sfortunata a causa dei problemi di gioventù delle nuove 3000cc ma a Pergusa coglie una stupefacente vittoria ad oltre 220km/h di media. Nel 1970 torna alla Ferrari, dove al volante della mostruosa 512 con un propulsore 12 cilindri di oltre 600cv. coglie prestigiosi piazzamenti e vince la 12 ore di Sebring dividendola con Ignazio Giunti e Mario Andretti. Nel 1971 riapproda all'Alfa Romeo che nel frattempo ha messo a punto il modello "33". Con questa vince la seconda "Targa Florio" della sua carriera, in coppia con l'olandese Toine Hezemans. Altri piazzamenti di prestigio giungono, sempre al volante dell'Alfa Romeo. Nel 1973 il ritiro dalle competizioni, incentivato anche dalla nascita del figlio Giovanni, con l'eccezione della esclusiva e sfortunata partecipazione alla "Targa Florio", dove la sua Ferrrari 312 P che divideva con Arturo Merzario, è costretta al ritiro. Nel 1975 il ritorno sporadico e quanto mai fortunato: cede alle pressioni dell'amico Nino Sansone, Direttore dell'Automobil Club Palermo e vera anima della "Targa Florio" e torna al volante dell'Alfa Romeo 33 TT 12 che conduce alla vittoria in coppia con il "fantino" Arturo Merzario. Nei suoi prestigiosi 17anni di carriera, il pilota palermitano, sicuramente il miglior siciliano di tutti i tempi, annovera la conquista del "campionato Mondiale Marche" del 1964, la medaglia del CONI nel 1966, il premio "Ascari – Castellotti – Musso" assegnatogli nel 1968 dall'Associazione Italiana Piloti. Il Premio "polifemo d'Argento" conferitogli nel 1968, il titolo di Cavaliere della Repubblica conferitogli nel 1971 e nello stesso anno il titolo di "Campione Italiano" Aci – CSAI, la "Stella d'argento" del CONI nel 1987, il premio "castello di Pietrarossa" nel 1991. nel 2000 il premio ACI-Galatea, nel 2001 l'Oscar del Secolo assegnatogli dal Comune di Collesano ed il "Diploma del Comitato Olimpico". Nel 2002 il premio "Far Play" del Panathlon International e nel 2003 il premio "Dedicato a…" conferitogli dal Ferrari-Club di Maranello, nel 2011 la benemerenza Civica del Comune di Alia.

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