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18 Gennaio 2016 - 00:00

Nel pomeriggio dell’8 maggio, i Carabinieri del ROS e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno rinvenuto, in una discarica abusiva di rifiuti in contrada Fiorilli del comune di Castedaccia, i cadaveri di Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, due dei 24 destinatari, tra capi e gregari, del provvedimento di fermo del Pm (Dda di Palermo) eseguito nel corso della mattina nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose del mandamento di Bagheria. Di Fernandez Paz e Pimentel non si avevano più notizie dalla sera del 9 aprile. Sulla base delle risultanze investigative già acquisite e dei riscontri avuti nel corso delle attività di esecuzione dei provvedimenti di fermo, i carabinieri rintracciavano e sottoponevano a fermo del Pm emesso dalla Procura Distrettuale di Palermo, due fratelli pregiudicati, contigui alla consorteria mafiosa di Bagheria: Pietro Scaduto, nato a Bagheria, classe ’64 e Salvatore Scaduto, nato a Bagheria, classe ’62.  I reati loro contestati sono “omicidio premeditato”. Le investigazioni hanno consentito di appurare che il duplice omicidio era stato commesso nelle campagne di Casteldaccia. Le vittime venivano attirate con un tranello in una zona riservata e di difficile passaggio, e lì venivano colpiti da almeno una trentina di colpi di pistola sparati dai due fratelli Scaduto e altri correi in via di identificazione. La scoperta dei cadaveri e la raccolta degli elementi probatori a carico dei due fermati costituiscono la naturale prosecuzione dello sforzo investigativo dell’operazione Argo. Proprio l’esecuzione di questi provvedimenti ha determinato una fase di forte fibrillazione da parte dei due indagati, già fortemente sospettati di essere gli autori della scomparsa dei due stranieri, consentendo ai Carabinieri attraverso il loro stretto controllo di scoprire il luogo dove i due cadaveri erano stati sepolti, fornendo, al contempo, gli elementi decisivi sulla loro responsabilità nel duplice omicidio. Le vittime erano oggetto di specifica attività di indagine da parte del Ros che aveva ricevuto una segnalazione dalle autorità canadesi circa la presenza in Sicilia di Juan Ramon Fernandez, personaggio di elevato spessore criminale, indicato quale principale esponente della famiglia Rizzato nella città di Toronto, stabilitosi a Bagheria nel giugno 2012 dopo la sua espulsione dal Canada al termine dell’espiazione di una condanna a 10 anni di reclusione per estorsione, traffico di stupefacenti e possesso di armi. L’altra vittima, Fernando Pimentel, era un affiliato alla criminalità organizzata di Toronto, giunto in Sicilia alla fine del mese di marzo per incontrare e interloquire con il Fernandez in merito alle attività illecite condotte in territorio canadese. Le indagini, condotte con la stretta collaborazione della Royal Canadian Mounted Police (RCMP), hanno documentato l’esistenza di un collegamento operativo tra cosa nostra canadese e la sua cellula bagherese costituita da una serie di affiliati già dimoranti in Canada, dove erano inseriti all’interno della famiglia Rizzuto. In tale quadro, si è documentata la marcata situazione di instabilità interna alle organizzazioni canadesi, degenerata negli ultimi anni in numerosi omicidi e fatti di sangue, attraverso una serie di intercettazioni tra il Fernandez con i suoi sodali canadesi, tra i quali lo stesso Pimentel, che periodicamente si recavano in Sicilia per aggiornare il Boss della evoluzione della guerra in corso in Canada. Proprio nei contrasti interni alla criminalità organizzata canadese viene ricondotta la causale del duplice omicidio, maturata, pertanto, dall’atteggiamento ritenuto ambiguo del Fernandez il quale aveva preferito non schierarsi tra le due fazioni in lotta costituite dalla vecchia guardia della famiglia con al vertice il noto boss Vito Rizzuto, e da uno schieramento “ribelle” guidato da Raynald Desjardin, del quale il Fernandez era ritenuto molto vicino. Nel corso di una intercettazione ambientale, infatti, Fernandez riferiva di essere stato formalmente affiliato alla famiglia di Cosa Nostra canadese insieme al Desjardin nel corso di una cerimonia officiata dallo stesso Vito Rizzuto il quale, in considerazione delle capacità criminali dei due, aveva contravvenuto alla regola che prevede l’affiliazione soltanto ad esponenti di origine italiana, mentre Fernandez era di origine spagnola e il Desjardin è della regione francofona del Quebec. Aveva, pertanto, stabilito di assumere una posizione attendista che, evidentemente, veniva giudicata pericolosa in virtù delle sue riconosciute capacità criminali ed operative, anche perché dalla Sicilia continuava a dirigere la “decina” della famiglia operante a Toronto. Le indagini hanno appurato come l’ordine per l’eliminazione del Fernandez  e del suo fidato Pimentel sia partito dal Canada  attraverso canali in corso di accertamento fino a giungere ai due fratelli Scaduto, i quali hanno avuto dei trascorsi tra le fila di cosa nostra canadese e proprio in virtù di ciò avevano accolto il Fernandez a Bagheria al momento della sua espulsione dal Canada. Leggi i particolari dell'operazione Argo in questo articolo

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