Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci ha inviato il maestro Pippo Madè “Cara redazione di MonrealePress, ho pensato molto prima di scrivervi questa lettera. Ma credo sia giusto fare chiarezza su una vicenda che ha coinvolto la mia famiglia, me e mio figlio Rosario in particolare. Sto parlando dei quadri che abbiamo prestato al Comune di Monreale e di tutte le vicissitudini patite per riaverli. E quattro di questi non si sono mai più trovati. Mentre uno è andato quasi del tutto distrutto. Un quadro a cui la mia famiglia era molto legato. Ora si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda. Una storia che dovrebbe essere già chiusa, visto che ci sono due sentenze che il Comune di Monreale continua ad ignorare. Da ben sette mesi, il tribunale ha emesso il verdetto di risarcimento nei miei confronti e la restituzione dei quadri. I quadri, in parte mi sono stati restituiti, ma dei soldi, che sono solo spese legali che ho anticipato, nulla. Il fatto è che adesso abbiamo trovato una lettera con cui si evince che i nostri quadri, prestati alla galleria d’arte nel mucchio della donazione Nocera, sono stati consegnati all’ex sindaco Toti Gullo, che li mise in esposizione presso villa Savoia. Ci sono le firme in questa lettera del direttore della galleria, Autovino, del sindaco Gullo e di tre impiegati di villa Savoia, oltre che dell’ex assessore Sciortino. Di questa lettera abbiamo chiesto la copia, ma il Comune continua a fare resistenza. Lo ha fatto mio figlio per me, e dall’amministrazione ci hanno risposto che dovevo essere io personalmente a scrivere. Perché? Mio figlio ha tutto il diritto di richiedere le mie opere, perché sono sue, dell’associazione Festina Lente di cui è presidente. Ora, abbiamo inviato la lettera così come richiesto, precisando che le opere sono state prestate e non donate al Comune e che la restituzione dei quadri è avvenuta solo in parte. Questa lettera dimostra quello che abbiamo sempre sostenuto e che ci veniva sempre contestato: i quadri li abbiamo prestati. Tutti. Ma nessuno ce li ha mai restituiti. Gli Avvocati Walter Miceli e Fabio Ganci, attendono il risarcimento fissato dal Giudice, per veder onorato il loro, per me, ottimo lavoro ed io, attendo lo stesso risarcimento per recuperare parte dei costi della perizia giurata disposta dal Giudice. Non ho mai preteso nessun risarcimento per i danni morali. Forse sbagliando. Ma amo davvero tanto Monreale. Ed ho tantissimi amici che, malgrado loro, sono coinvolti in questa vicenda. Il Comune si sta comportando in maniera oserei dire indegna. Non mi hanno mai inviato nessuna lettera di scuse e continuano a fare il gioco sporco di scaricare le colpe le colpe sui più deboli e meno tutelati che io ho evitato scientemente, sino ad oggi di colpire con richieste risarcitorie. Ma pretendo rispetto. Lo pretendo per me, per mio figlio e per la mia famiglia. Desidero che questa storia si chiuda quanto prima perchè, quell'accusa contro mio di furto per trarne profitto, rivelatasi poi infondata e ridicola, tant'è che è stato assolto su richiesta del PM perchè il fatto non sussiste, mi brucia ancora, anche poichè mi ha costretto ad entrare, come imputato (ribadisco così come ho fatto con il Giudice sotto giuramento "imputato", perchè qualcuno, facendo accusare mio figlio, ha cercato di colpire me) in un'aula di Tribunale ed ho dovuto scomodare uno dei migliori Penalisti di Palermo, l'avvocato Carmelo Cordaro, per difendere mio figlio. Adesso è venuto il momento di “calare il sipario” e rimettere le cose a posto. Al più presto. Con stima Pippo Madè IL COMMENTO DEL DIRETTORE DI MONREALEPRESS A differenza di altri, non mi indigno più di nulla. Forse perchè ormai mi sono abituato a raccontare queste cose assurde, che, molti dicono, succedono solo a Monreale. In questo lungo, ormai, periodo da quando sono alla guida di questo quotidiano, ne ho raccontate di storie assurde. Di mala amministrazione, di fatti "strani", così come episodi che sembrano scritti da uno sceneggiatore dell'assurdo. Ho avuto modo, grazie a Rosario Lo Cicero, amico prima di tutto e collaboratore del nostro giornale poi, di conoscere il maestro Pippo Madè. Che mi ha raccontato per filo e per segno tutta la vicenda legata ai "suoi" quadri. Già, perchè i quadri sono "suoi" e della sua famiglia. Il racconto del maestro non nascondeva la sua rabbia verso una situazione che da bella, da amore per l'arte, da passione per questa cittadina, è diventata un incubo, fatto di lettere su lettere, avvocati, aule di tribunali, sentenze scritte e mai rispettate. Allora, anche se so benissimo che i nostri appelli, solo quelli di MonrealePress però, non vengono presi in considerazione per scelte politiche (con delle dovute eccezioni da parte di un paio di assessori), ne faccio un altro, rivolto a chi, per altri 5 mesi, dovrà guidare questa amministrazione: chiuda la faccenda. In fretta. Faccia rispettare la sentenza già scritta ed eviti di perdere tempo. E soprattutto soldi con avvocati. La città di Monreale ha torto marcio in questa vicenda. E scriva una bella lettere di scuse al maestro. Che ancora oggi, nonostante tutto, chiede sempre di poter tornare ad esporre a Monreale. Giorgio Vaiana