E’ stata la questione delle riprese televisive all’interno del consiglio comunale, ad aprire la seduta consiliare, che si è tenuta oggi pomeriggio. Un botta e risposta tra maggioranza ed opposizione, con il consigliere Salvatore Gullo, che richiamando la correttezza e la trasparenza che deve, a suo dire, contraddistinguere il Consiglio e la maggioranza, si è dichiarato favorevole ad aprire, oltre che a Telejato, anche ad altre emittenti televisive, eventualmente interessate alle videoriprese del Consiglio Comunale.
Dichiarazione, ritenuta non plausibile dal rappresentante del Movimento Cinque Stelle, Fabio Costantini, che si è anche detto sorpreso da quanto dichiarato da Gullo. La discussione è quindi passata all’articolo 6 del regolamento, che preclude al soggetto terzo la possibilità di pubblicare le riprese effettuate in aula. Il consigliere Mimmo Vittorino ha subito dichiarato il voto contrario poiché, a suo dire, “gli emendamenti di Costantini non sono migliorativi”. Ignazio Davì del Pd in risposta alle accuse di arroganza affibbiata alla maggioranza, spiega che “il problema non esiste, dato che è stato tutto preventivamente deciso in conferenza dei Capigruppo”. Alla votazione, con 17 voti contrari e 4 favorevoli, il consiglio non ha approvato la modifica.
Costantini, vista la bocciatura del suo emendamento, chiede quale sia la coerenza di un Consiglio che concede a terzi di fare le riprese, se poi gli nega la possibilità di pubblicarle. È stata invece approvata la proposta di abbassare a due giorni, il limite per l’inoltro della richiesta delle riprese video, prima dei lavori d’aula, dagli iniziali quattro giorni previsti dal regolamento. Sempre il consigliere pentastellato solleva la questione legata alle conferenze dei capigruppo sostenendo che queste hanno anche dei costi. Gli risponde Gullo che sostiene l’importanza del confronto preventivo e quindi della valenza della conferenza dei capigruppo. La proposta di Costantini è stata così respinta dopo la votazione.
Sempre per le riprese televisive, il regolamento, obbliga l’emittente che le effettua a farle realizzare o dal direttore stesso della testata oppure da un giornalista che abbia comunque un rapporto di collaborazione comprovato e quindi continuo con l’emittente. In pratica, secondo la maggioranza chi sta dietro la telecamera deve avere un contratto con l’emittente e quindi non può essere un freelance o un occasionale. La proposta, messa in votazione, con 17 voti contro e 2 a favore, non è stata approvata.
Dopo quasi due ore di discussione imperniata sulla spinosa questione delle riprese, si è passato a disquisire sulla situazione di Grisì e quindi sull’ormai quasi cinquantennale vicenda legata al sisma che colpì, nell’ormai lontano 1968, la Valle del Belice e che interessò pure la frazione monrealese. Presente in aula anche il responsabile dell’Ufficio Tecnico, Maurizio Busacca, al quale si sono rivolti alcuni consiglieri di opposizione che hanno a cuore la vicenda.
La primaria necessità della frazione – così come ha evidenziato, prendendo la parola, il sindaco Piero Capizzi – è quella legata al depuratore. Pur essendo vero che ci sono delle somme stanziate prossime ai 500 mila euro, che dovrebbero servire per l’edilizia privata, gran parte di queste sono destinate, come deliberato nel 2013 dal consiglio comunale allora in carica, alle opere pubbliche primarie, tra le quali la sistemazione dei loculi cimiteriali, della piazza della frazione e dell’indispensabile depuratore, senza il quale non è infatti pensabile di poter costruire nuove unità abitative.
Alle parole del sindaco fa eco anche il consigliere di opposizione Vittorino, anche lui convinto dell’utilità del depuratore.