Molti dei problemi legati al rilancio del sistema economico e su cui ci si interroga da lungo tempo partono certamente dalla conduzione politica basata su precise, corrette istanze di carattere analitico. Se alla base non vi è la capacità di saper interpretare da una parte le sistemiche dei fenomeni turistici e dall’altra quella delle risorse disponibili non potremo tracciare la strada per lo sviluppo socio economico del territorio a breve termine.
Su queste tematiche ha risposto alle nostre domande Maurizio Carta.
Urbanista docente della Università degli Studi di Palermo, dal 2009 al 2011 lo ricordiamo in veste di assessore al Piano strategico e al centro storico del Comune di Palermo promuovendo la riqualificazione delle eccellenze culturali della città per l’inserimento nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Nell’intervista, Carta è partito dalla situazione di questa candidatura siamo partiti e precisa: “I tre poli culturali ammessi al vaglio Unesco hanno passato la prima selezione stabilendo, secondo un punto di vista tecnico/formale, la presenza dei requisiti per l’ammissione, ma questa non è immediata o dovuta, difatti vi sono innumerevoli siti di prestigio in tutta Italia che da un decennio attendono di entrare a far parte della World Heritage List. L’ingresso in tale Lista poi non porterà alcun apporto economico poiché esiste un Unesco Found, ma è ridotto ormai ad un contenitore vuoto e costringe chi ne fa parte a trovarsi comunque dei fondi”.
Come dire, prepariamoci ad un’attesa di medio lungo termine e non illudiamoci che domani ci si fregerà dell’imprimatur Unesco.
Abbiamo chiesto al professore Carta attraverso quali azioni e attori si potesse dare luogo al ridisegno di un Piano Regolatore in grado di ridefinire nuove logiche e che tipo di città ne possa tornare disegnata, tutto ciò per capire quali soggetti hanno la capacità di incentivare il rilancio del Comune, compatibilmente con la connotazione del territorio e le sue vocazioni. “Siamo di fronte a una importante realtà da analizzare, interpretare e ricollocare nel suo contesto Metropolitano – dice Carta -. Oggi la distanza tra la città e la campagna è andata riducendosi. Potenti infrastrutture, nuove tecnologie e nuovi paradigmi culturali hanno prodotto una realtà rur-urbana. Una nuova ruralità immersa nella densità della presenza urbana. Abbiamo dunque un’opportunità unica per sperimentare un approccio sistemico e nuovo, a patto che ci si muova verso l’utilizzo di energie rinnovabili, di biomasse, verso la corretta politica del riciclo”.
La città, come gli edifici nella piccola scala, deve pensarsi come un organismo metabolico in cui i flussi di fabbisogno non devono essere intaccati dal ciclo dei flussi generati in fase emissiva (rifiuti, inquinamento, ecc). Il territorio inteso come Sistema Sostenibile deve essere pensato e rivalorizzato adottando risposte al cambiamento sociale in atto e attivando nuove forme di governance.
Carta suggerisce poi di guardare al patrimonio delle forme cooperativistiche che a livello di Piccola e Media Impresa hanno costituito molta parte dell’economia Italiana e che da sempre sono state prese a modello anche per la capacità di generare intrinsecamente forme di welfare sociale.
“In un sito seriale e tripolare il rischio è che il visitatore veda magari Palermo e non continui il suo viaggio attraverso le altre città di Cefalù e Monreale, sarà dunque un Piano di Gestione Operativo a fare in modo che si capisca la necessità di arrivare a comprendere le loro identità. L’ipotetico turista potrebbe decidere di muoversi liberamente sul territorio preferendo di risiedere a Monreale avvantaggiandosi della sua posizione e delle strutture presenti potendo affacciarsi però alla più complessa offerta culturale garantita dalla città di Palermo, è per questo che appare fondamentale la necessità di avvalersi di un programma che scelga di tracciare nuove dorsali stradali, che ampli l’offerta del trasporto pubblico attraverso la dotazione di un asse tranviario anche a Monreale.
Perché non puntare allora verso una ospitalità green oriented? Una rete di siti per l’ospitalità gestiti da coop di giovani (composti da soggetti provenienti dall’intero continente sul modello di quanto pensato a Matera) che riqualifichino in modo bio compatibile e sostenibile strutture non più produttive e che introducano un lavoro secondo nuovi schemi socio culturali?”
Ecco la nostra sintesi dell’incontro con Maurizio Carta per suggerire in modo concreto agli amministratori un possibile percorso di crescita e di investimento. Emerge chiara la necessità di pensare alla nuova economia per la sopravvivenza attraverso azioni di: riqualificazione del costruito e dei siti ambientali; mediante il ridisegno delle connessioni tra i poli metropolitani e le principali infrastrutture (porti, stazioni, aeroporti) e nella scala interna tra le varie parti organiche del territorio; attraverso la riqualificazione rurale, rivalutando le colture, le singolarità biotiche, il sistema dei corsi di acqua, di masserie inserendoli in un contesto di funzionalizzazione con strutture di percorsi per il tempo libero e il lavoro.
Sono tutte azioni che dovrebbero trasparire dalle piccole scelte quotidiane fatte e tracciate dalla Amministrazione, ma soprattutto anche dalle scelte in sede di Consiglio Comunale e la mancata adesione al “Piano Jessica” (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas – Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle aree urbane) ci lascia perplessi e sconcertati, perché la lungimiranza per garantire la crescita di una città si valuta senza dubbio dalla capacità di captare questi agognati contributi europei che invece ci passano davanti come treni troppo veloci.