Trentadue condanne per 250 anni di carcere e una ventina di assoluzioni, alcune pesantissime. Ecco come si conclude il maxi processo alla mafia di una grossa fetta della provincia di Palermo, compresa fra San Giuseppe Jato e Partinico e che ha coinvolto tantissimi monrealesi.
Nel 2013 finirono in carcere 61 persone. La stragrande maggioranza degli imputati – sono 54 – ha scelto di essere processate con il rito abbreviato. Tra gli assolti c’è Antonino Sciortino (difeso dagli avvocati Ugo Castagna e Gioacchino Sbacchi), perno centrale delle indagini visto che era considerato il capo del supermandamento di Camporeale. Lo stanno per scarcerare dal penitenziario di Novara dove è rinchiuso al 41 bis dal mese di aprile 2013.
Assolto pure l’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, difeso dagli avvocati Enrico Sanseverino e Luigi Mattei. Era accusato di estorsione e concussione assieme. Non ha retto al vaglio del giudice l’ipotesi che avesse chiesto soldi ad un imprenditore che stava ristrutturando la palestra del paese.
Ecco tutti i nomi degli imputati e le rispettive sorti processuali decise dal giudice per le indagini preliminari Gioacchino Scaduto:
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Antonino Sciortino – assolto
Salvatore Mulè – 18 anni
Giuseppe Speciale – 8 anni
Francesco Lo Cascio – 20 anni
Giuseppe Lo Voi – 19 anni e due mesi
Giuseppe Marfia – 12 anni
Francesco Matranga – 10 anni
Giuseppe Micalizzi – 5 anni
Francesco Vassallo – 10 anni e 10 mesi
Salvatore Tocco – 2 anni e 4 mesi
Vincenzo Madonia – 12 anni
Christian Madonia – assolto
Antonio Badagliacca – assolto
Davide Buffa – assolto
Francesco Sorrentino – assolto
Salvatore Romano – 10 anni e 8 mesi
Santo Porpora – 8 anni
Domenico Billeci – 10 anni e 8 mesi
Carmelo La Ciura – 15 anni e 4 mesi
Onofrio Buzzetta – assolto
Vincenzo La Corte – assolto
Ignazio Grimaudo – assolto
Giovanni Rusticano – 9 anni e 4 mesi
Salvatore Lombardo – 8 anni
Giacomo Maniaci – assolto
Giuseppe Abbate – 8 anni
Antonino Giambrone – 8 anni
Angelo Cangialosi – 6 anni e 8 mesi
Giacomo Tinervia – assolto
Sergio Damiani – assolto
Calogero Caruso – 8 anni
Antonino Lombardo – assolto
Santo Abbate – assolto
Francesco Abbate – assolto
Vincenzo Giuseppe Cucchiara – assolto
Vito Donato – assolto
Salvatore Prestigiacomo – 6 anni e 8 mesi
Raimondo Liotta – assolto
Rosario Parrino – assolto
Giovanni Longo – 3 anni e 4 mesi
Sebastiano Bussa – 3 anni
Francesco Gallo – sei mesi
Giovanni Gerardo Ramacca – 8 mesi
Giovanni Battaglia e Vincenzo Battaglia – assolti
Giovanni Cannella – assolto
Baldassarre Di Maggio – 7 anni e 10 mesi
Pietro Ficarotta – 7 anni e 10 mesi
Gaspare Lo Cascio – assolto
Salvatore Voi – 2 anni e 4 mesi
Giuseppe Mulè – 10 anni e due mesi
Vincenzo Mulè – 4 mesi di arresto con sospensione condizionale della pena
Antonino Parrino – assolto
Demetrio Schirò – 4 mesi di reclusione
Sebastiano Spica – assolto
Dalle indagini dei carabinieri del gruppo di Monreale venne fuori che i clan mafiosi avevano creato un organismo gerarchicamente superiore con l’obiettivo di coordinare le attività dei due mandamenti. Il ruolo chiave di supervisore sarebbe stato affidato ad Antonino Sciortino, originario di Camporeale. Ufficialmente faceva l’allevatore. Scarcerato nel 2011, dopo avere scontato una condanna a dodici anni, avrebbe preso il bastone del comando. Sarebbe stato lui a raccogliere le istanze che arrivavano dal territorio. E in particolare da Giuseppe Speciale e Salvatore Mulè che, secondo gli investigatori, reggevano le sorti rispettivamente dei mandamenti di San Giuseppe Jato e Partinico. Ecco perché l’assoluzione di Sciortino è di quelle che pesano. Importante sarà leggere le motivazioni della sentenza.
Riscontri alle indagini sono arrivate da Giuseppe Micalizzi, 41 anni. Faceva parte della manovalanza della cosca mafiosa di Monreale, ma ha deciso di pentirsi. Si è trovato coinvolto in un omicidio, ha capito di essere stato usato dal clan e soprattutto che rischiava l’ergastolo. La vittima è Giuseppe Billitteri. Un caso di lupara bianca, il suo, nell’ambito della lotta per il potere. Quattro imputati accusati dell’omicidio hanno scelto il rito ordinario: Giuseppe Lucido Libranti, Giuseppe Lombardo e Giuseppe Antonio Vassallo.
Nell’elenco degli imputati c’è anche il nome di Salvatore Lombardo, classe 1969, latitante.Avrebbe fatto parte della famiglia mafiosa di Montelepre con un compito delicato: tenere i rapporti fra i boss americani e quelli siciliani. Negli Stati Uniti non basta la “generica” accusa di associazione mafiosa per arrestare una persona. E’ necessaria la contestazione dei cosiddetti “reati fine” cioè di reati specifici che vengono commessi in nome e per conto di Cosa nostra. E Lombardo, dotato di passaporto americano, negli States è un uomo libero.
(Livesicilia)