Continua il nostro “viaggio” tra le “piaghe” di Monreale. Il nostro amico Sergio calderaro, prendendo spunto da quelle più celebri, quelel bibliche, racconta dei travagli della nostra Monreale. E questa disavventura, parla di alcune fontane misteriosamente sparite…
Il carico di orrore che la descrizione di queste piaghe porta con sé diventa sempre più insopportabile. Questa piaga in cui mi sono imbattuto però, pur essendo non certo priva di risvolti orrifici, ha in sé una come qualche leggerezza che mi ha portato in qualche momento persino a sorridere.
Pare che tutto fosse cominciato un giorno in cui un signore, emigrato dall’ ingrato paese diversi anni prima, dopo essere tornato in un viaggio del ricordo ai suoi luoghi di origine, essendo estate e volendo dissetarsi, come faceva negli anni della sua infanzia, ad una fontana pubblica, si recasse con una certa sicurezza in un luogo dove sapeva trovarsi una delle innumerevoli fontane di cui il paese si era dotato nel corso dei secoli. Ma non la trovò. Cominciò a credere che fosse stato tradito dalla sua memoria e che avesse sbagliato luogo. Ma, sollevato lo sguardo, si accorse che esisteva una lapide che lui ricordava essere posta proprio sopra la fontana del suo ricordo. C’ era la lapide, d’accordo, ma dov’era la fontana? Semplicemente non c’era più. Chiese allora ad uno dei vecchi abitanti della piazza, che accortosi dello stupore dipinto sulla faccia del nostro sventurato, cominciava a sorridere maliziosamente, che fine avesse fatto la fontana. Inutile dire a chi conosceva le abitudini locali come rispose il vecchio: nun c’è! Ma come, continuava il nostro emigrato, me la ricordo: era grande, non molto certo, ma non poi così piccola che si potesse portare via con facilità. Il vecchio continuò con la stessa, filosofica flemma : nun c’è cchiù! Spiriu…
Ora bisogna dire che l’ emigrato, salendo dalla vecchia strada che portava dalla città al paese, non aveva ritrovato alcune delle fontane monumentali che pure lui ricordava perfettamente e bisogna dire che sul momento non ci aveva badato più di tanto, ma ora, con un po’ di inquietudine in corpo, chiese al vecchio dove fossero quelle fontane.” Aha chiddi” ! disse il vecchio “chiddi spirero sutta a munnizza e l’ erba i ventu. Ma chista spiriu e basta”. In quel momento si diffuse nell’ aria un urlo agghiacciante e quasi incomprensibile. Andando verso il luogo da cui sembrava provenire l’ urlo disumano il nostro riuscì a distinguere chiaramente le parole : “Spiriu, spiriu, ma unn’è? “ Poco dopo capì con certezza anche la provenienza del grido: proveniva dall’ aula consiliare del Municipio di Monreale. In sostanza era sparita un’ altra vecchia fontana che testimonianze anche fotografiche confermavano trovarsi proprio nel luogo dove il cuore pulsante della politica a quel tempo batteva. Eccoci: tra fontane scomparse sutta a munnizza, fontane sparite e basta, fontane esistenti fino al giorno prima e scomparse non si sa dove, si capì che anche questa era un’ altra, ennesima piaga che le forze invisibili e avverse al paese avevano, non si sa come, scatenato.
P.S. la fontana del Consiglio fu trovata dopo qualche giorno in un magazzino e ci fu la quasi certezza che ci fosse andata da sola! Delle altre non si sa più nulla: spireru…
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