Sergio Calderaro è un amico della redazione. Ed un bravissimo scrittore. Dopo il successo di “Monteirreale”, torna con una mini serie dedicata alle piaghe monrealesi, che ricalcano le piaghe bibliche.
La prima è dedicata alle “buche spontanee”, un fenomeno che molti monrealesi apprezzano (detto in senso ironico ovviamente).
BUONA LETTURA
Oggi vi volevo parlare di una strana cosa che mi è accaduta. In una delle mie gite all’ archivio di Monteirreale (per quello che è rimasto) ho trovato degli scritti, in parte bruciacchiati e con molte parti mancanti, che portavano traccia di una serie di disastri epocali avvenuti anni fa nella città che allora si chiamava, come è noto, Monreale.
Il documento, che definirei impressionante, parla di uno strano periodo passato in cui flagelli di ogni genere avevano martoriato la cittadinanza e il territorio tutto. Il documento, che si chiama “ le …..(enne) piaghe di Monreale” (quante esattamente non si riesce a leggere) descriveva con abbondanza di particolari, a volte sconcertanti, a volte terrificanti una serie di avvenimenti che paiono, a distanza di anni , in alcuni casi, ancora inspiegabili. Certo non erano paragonabili alle più famose piaghe D’Egitto, pur tuttavia alcune mi hanno colpito e lasciato sicuramente più inquieto. Infatti, se per alcune esiste una qualche spiegazione scientifica, tuttavia per altre non si riuscì nè si riesce ancora oggi a dare una spiegazione convincente. Comincerò con lo scrivere di alcune. Purtroppo le fonti sono così frammentate che non so darvi una cronologia esatta del succedersi delle piaghe anche perché pare che alcune si sommassero alle altre in contemporanea oppure come conseguenza o causa di altri flagelli.
La prima piaga (ovvero delle Buche Spontanee)
La prima piaga in cui ci si imbatte è quella detta “delle buche spontanee” conosciuta anche come “l’ epidemia del “ Morbo della buca pazza”. Una strana malattia che colpiva qualsiasi supporto orizzontale di qualsiasi materiale. Erano presenti infatti nelle strade, nei marciapiedi, nelle vie, nelle piazze, insomma un po’ dovunque. Cominciavano quasi in sordina con un piccolo buco, di dimensioni variabili (come una moneta) e di forma sempre irregolare. Poi dopo un certo numero di mesi, peggio se alcuni anni, il piccolo buco iniziale cominciava ad allargarsi per finire, dopo un certo tempo, con l’ assumere dimensioni spropositate e soprattutto profondità stupefacenti. La cosa strana era che più tempo passava più la buca diventava grande, fino a quando un altro piccolo buco spuntava vicino a quella che nel frattempo era diventata una voragine. E così anche il secondo buco seguiva esattamente lo sviluppo del primo e, dopo un certo tempo, diventava un’ altra voragine che si fondeva con la prima.
Tutto il territorio di Monreale era infestato dal morbo della buca pazza che non risparmiava nessuna strada, neanche le secondarie, pur essendo tutto sommato distanti dai primi focolai della malattia. La cosa strana è che più tempo passava più la cosa peggiorava. A niente erano valsi i tentativi di cercare di tappare un po’ qui un po’ là le buche: infatti appena tappate dopo qualche giorno o addirittura dopo qualche ora, specie se pioveva, le buche si riformavano misteriosamente ed in alcuni casi più grandi e pericolose di prima.
Furono interpellati specialisti Stradologi e fossologi di chiara fama ed il verdetto, dopo un certo tempo, fu unanime: si trattava di un’ epidemia di Asfaltobacillo Monrealensis. Curabile con una leggera cura a base di antibiotici locali e soprattutto con medicazioni frequenti e ben fatte. Fu necessario nei casi più gravi rifare completamente il manto stradale. Per i marciapiedi infettati invece da una variante del già citato infernale bacillo che attaccava anche il cemento si propose più semplicemente di riparare le buche ed eventualmente rifare completamente il massetto.
Una cosa che gli esperti consigliarono fu di intervenire periodicamente e tempestivamente. Infatti pronosticarono che il malanno non sarebbe passato in maniera definitiva (le recidive erano sempre possibili) e più tempo si fosse impiegato nel porvi rimedio più le cose sarebbero potute peggiorare ed il contagio allargarsi. Parole sante! Pare infatti che in quel tempo la totalità delle strade della cittadina sembravano perse ormai definitivamente.
Ma, a distanza di anni, il ceppo originario, trasformato geneticamente dagli esperti scienziati di Monteirreale, serve ora a curare il Morbo della Buca Pazza. Basta infatti inocularlo tempestivamente nelle prime avvisaglie di buco o di piccola fessura e l’ invisibile organismo non solo ferma il danno ma ripara perfettamente persino il manto stradale o il marciapiede, senza controindicazione alcuna.
(continua…)